Una vita violenta: romanzo by Pier Paolo Pasolini

Una vita violenta: romanzo by Pier Paolo Pasolini

autore:Pier Paolo Pasolini [Pasolini, Pier Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Google: o-OjtgEACAAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 1959-10-15T07:40:56+00:00


«So’ iti tutti ar funerale», fece quello, voltandogli di sguincio la faccia lunga e gialla.

Tommaso alzò le spalle e entrò, pensando: «E chi m’aregge a entrà? Io entro uguale!»

Dentro c’era solo il sole, festoso, che assorbiva tutto, sfarfallava su tutto. Pure lí c’erano dei fiori: s’una delle scrivanie, l’ultima, accanto alla finestra, la piú piccoletta.

Letteratura italiana Einaudi 253

Pier Paolo Pasolini - Una vita violenta Dei garofani: dei garofani rossi s’un vasetto, e, dietro, la fotografia di quel tizio, di quel Bernardini. Tommaso lo riconobbe d’acchitto, e, preso dalla curiosità, cominciò a guardare quello che c’era sopra. Niente: dei fogli, scritti a macchina, dentro una cartella insecchita dal sole. Nei cassetti c’erano dei libri, tutto pieno: libri vecchi, un po’

consumati e sporchi. Tommaso provò a leggere, un po’

qua un po’ là. Non ci racapezzava niente: erano libri che parlavano di politica, di fatti sociali, con delle parole dif-ficili che non si capivano. Aprí un ultimo cassetto in fondo, e, tutta polverosa, raggomitolata, riciancicata, con la falce e il martello, c’era una bandiera rossa, nuova.

Tommaso la tirò fuori per una punta, la guardò. In quel momento, a tutta spinta, riattaccò a suonare la campanella, quella dell’ospedale, forte, continua.

Tommaso s’accostò alla finestra. Laggiú, in quel mare di luce, riconobbe il pezzo di giardino un po’ selvatico, la piccola fornace dove mettevano a fuoco la zozzeria in-fetta dell’ospedale, i fabbricati dell’ingresso secondario, la via che costeggiava il Forlanini, dove, poco prima, aveva visto il trasporto di quel ragazzo.

«E se dovessi morí pure io?» pensò. «Se dovessi da fà pure io qua’a fine?»

Con tutto quel caldo, che si sudava, Tommaso si sentí tremare, come ingelito, come, intorno a lui, a un tratto, fosse tornato notte.

*

Passò qualche settimana, un mese, due, e Tommaso cominciò a far l’ossa alla vita del Forlanini. Però verso luglio, successero dei fatti che risballottarono tutto un’altra volta, e per un pezzo, poi, a Tommaso, gli toccò di pagare le decime.

È vero che già da qualche tempo, ai ricoverati, compreso Tommaso, il naso gli puzzava. Alla sede dell’Unio-Letteratura italiana Einaudi 254

Pier Paolo Pasolini - Una vita violenta ne Lavoratori Tubercolotici se ne faceva causa, perché Bernardini non era il solo ragazzo in gamba, lí, e altri ce n’erano, come lui, o quasi, che si davano da fare, che lot-tavano, come usavano dire loro. A Tommaso poco gliene importava, ma le orecchie, il naso, ce li aveva bravi.

Un giorno, mentre passeggiava nei giardinetti intorno al Reparto Indenni, aveva visto un gruppo di quelli, Bone-schi, Triggiani, Taddei, Guglielmi e alcuni altri, con una macchinetta fotografica, che fotografavano dentro una Mercedes: era quella del vice direttore del sanatorio, un certo Fani, un ebreo che al tempo del fascismo s’era iscritto al partito di Mussolini, era stato epurato, e poi era rientrato un’altra volta, piú forte di prima.

Tommaso si resse. Una mattina, finalmente, quello che doveva venire, venne: era un pezzo che al Forlanini se l’aspettavano. Gli infermieri, i sanatoriali, com’erano chiamati lí, avevano fatto delle richieste, è regolare: ma le chiacchiere erano rimaste a zero.



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