Un'eroica famiglia bresciana - Fiero misfatto e fiera vendetta by Paolo Bettoni

Un'eroica famiglia bresciana - Fiero misfatto e fiera vendetta by Paolo Bettoni

autore:Paolo Bettoni [Bettoni, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Romance
editore: Librorium Editions
pubblicato: 2023-11-18T23:00:00+00:00


XIII.

L’innondazione del Mella.

Sullo scorcio di luglio la signora Elisa andò a soggiornare in un’altra sua villetta situata fra Urago e Collebeato a quattro miglia da Brescia verso occidente. Don Aurelio accettò volentieri di tenerle compagnia, e così non interruppe l’istruzione di Faustino. Il giovinetto sentì rincrescimento di non dover ricevere per un pezzo le lezioni in casa del maestro. Luigia aveva saputo ciò che stava per accadere, interrogando Marta che allestiva un baule pel suo padrone. A tale notizia fu penetrata del medesimo rincrescimento di Faustino. Questi aveva preparato da alcuni giorni un biglietto, e per ricapitarlo aspettava l’opportunità, non senza temere che gli mancasse. Ma l’opportunità non mancò, e l’atto venne compito con mano tremante e con violenta pulsazione di cuore. Era per Faustino un ardire di nuova specie, una sorta di dichiarazione amorosa che metteva in quell’istante i suoi spiriti in tumulto. La fanciulla scomparve per leggere il biglietto così concepito. «Io desidero di tornare il più presto possibile a prendere lezione in questa casa, dove provo delle consolazioni... Il mio pensiero volerà qui infinite volte, e mi conforterò intanto colle sue illusioni. La saluto di cuore». Luigia ebbe carissimo questo scritto, e lo lesse replicatamente. Però le parve troppo breve, e non abbastanza chiaro. Avrebbe voluto trovarvi qualche cosa di più deciso e di più significante. Faustino doveva dire, per esempio, che le consolazioni gli venivano da lei, dirlo senza bisogno d’interpretazione. E poi che male ci sarebbe stato a mettervi qua o là la parola amore? Fu tentata di rispondergli, ma una voce interna l’avvisò di astenersene. Faustino aveva fatto bene a scriverle quella letterina, ma essa non doveva ricambiarlo, sebbene fosse persuasa che gli avrebbe con ciò ricambiato anche il piacere da lei provato. La ragione di tale ritenutezza non sapeva propriamente trovarla. In lei principiava l’azione di quel freno istintivo che in fatto d’amore contiene la donna al di qua della libertà concessa all’uomo. Fare dei sacrifici, molto sentire e poco manifestare, ecco la sua condizione, che spesso è salvaguardia di gravi errori. Luigia nascose il suo tesoretto in luogo sicuro, e il giorno dell’ultima lezione si trovò alla solita finestra quando Faustino partiva. Questa volta non vi era il sorriso sulle loro labbra, nè la serenità nei loro sguardi, prolungati oltre l’usato.

La signora Elisa villeggiava dunque alla breda. Con questo nome chiamano i Bresciani ogni podere poco vasto, situato nelle pianure circostanti alla città. La casa era fabbricata in un luogo piacevolmente solitario, alla quale si arrivava per un viale fiancheggiato di alti pioppi. Il terreno consisteva in duecento pertiche, diviso in vari pezzi coltivati a gelsi, viti e cereali. Don Aurelio sentivasi ringiovanire abitando alla campagna con quelle amate persone, di cui si studiava divertire le dolorose memorie colla sua conversazione quando spiritosa e quando erudita, ma sempre allettevole e sparsa di grazie. La signora Elisa ne ritraeva realmente un sollievo; la sua quiete non era tutta effetto di quella legge sociale che prescrive di non rattristare gli ospiti colla tristezza nostra.



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