Uno sguardo dal ponte by Arthur Miller

Uno sguardo dal ponte by Arthur Miller

autore:Arthur Miller [Miller, Arthur]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858420256
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


ATTO SECONDO

La luce si leva su Alfieri seduto alla sua scrivania.

ALFIERI Il ventitre di quel dicembre una cassetta di whisky sgusciò di tra le maglie di una rete, mentre la scaricavano, cosa che facilmente succede a una cassetta di whisky, la vigilia di Natale, sul molo 41. Non c’era neve, ma era molto freddo; sua moglie era in giro per i negozi. Marco al lavoro. Il ragazzo non era di turno quel giorno; e Catherine mi disse poi che quella era la prima volta che s’erano trovati soli in casa.

La luce illumina Catherine nell’appartamento. Rodolfo la guarda mentre lei aggiusta un modello di carta su della stoffa stesa sulla tavola. La casa è addobbata per Natale.

CATHERINE Hai voglia di mangiare?

RODOLFO No, non di manciare. Ho quasi trecento dollari. Catherine?

CATHERINE Ti sento.

RODOLFO Non ne possiamo piú neanche parlare?

CATHERINE Ah, finché si tratta di parlarne.

RODOLFO Cos’hai che ti turmenta, Catherine?

CATHERINE Avrei una cosa da chiederti. Posso?

RODOLFO Se mi guardi negli occhi, non hai già tutte le risposte che vuoi? Ma tu negli occhi non mi guardi piú, Catherine. Hai tanti segreti. (Lei lo guarda. Rodolfo sembra esitare) Di’.

CATHERINE Se io volessi andare a vivere in Italia?

RODOLFO (sorride all’improbabilità) E che ti sposi, un miliardario?

CATHERINE No, io e te: andare lí.

RODOLFO (il sorriso svanisce) Quando?

CATHERINE Be’... appena sposati.

RODOLFO (stupito) Ti vuoi fare italiana?

CATHERINE No, ma che c’entra, anche senza essere italiana. Tanti americani ci vivono in Italia.

RODOLFO Per sempre?

CATHERINE Sí.

RODOLFO (va verso la sedia a dondolo) Tu vuoi scherzare.

CATHERINE (lo segue) Sul serio.

RODOLFO Come t’è saltata in testa un’idea simile?

CATHERINE Tu dici che è tanto bello laggiú, col mare, le montagne e le...

RODOLFO Tu mi pigli in giro.

CATHERINE No, no.

RODOLFO (le si avvicina piano) Caterina, ma il giorno che ti porto a casa mia, senza soldi, senza lavoro, senza niente, quelli sai che fanno? chiamano il medico, e Rodolfo lo mandano al manicomio!

CATHERINE Ho capito, ma io credo che lí saremmo piú felici.

RODOLFO Piú felici? E che manci, lí, l’aria?

CATHERINE Perché, tu potresti andare a cantare, non so, a Roma, a Napoli...

RODOLFO A Napoli! Ma tutti cantano, a Napoli!

CATHERINE Andrò a lavorare io allora.

RODOLFO Dove?

CATHERINE Qualche cosa ci sarà, no?

RODOLFO Ma insomma, mi dici la ragione di tutto questo? che dovrei fare io? portarti da un paese ricco in un paese povero? a fari la fame? mi dici pecché? (Catherine cerca le parole). Ma io mi sentirei un mascalzone! In due o tre anni al paese mio tu diventeresti vecchia, brutta. Non sai la moglie di mio fratello com’è diventata! Con tre bambini a cui non sa che dare da manciare!

CATHERINE (piano) Ho paura di Eddie, qui.

Breve pausa.

RODOLFO (le si fa piú vicino) Ma non vivremo qui. Una volta avuta la cittadinanza io potrei lavorare unni mi pare, mi troverei un posto migliore, ci faremmo ’a casa nostra, Caterina... Se non avessi paura d’essere arrestato, comincerei anche subito, non vedo l’ora di diventare qualcuno qua.

CATHERINE (con grande sforzo) Dimmi una cosa. Solo questo mi devi dire, Rodolfo. Tu mi sposeresti lo stesso anche



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