Vicino a casa by Michael Magee & Carlo Prosperi

Vicino a casa by Michael Magee & Carlo Prosperi

autore:Michael Magee & Carlo Prosperi [Magee, Michael & Prosperi, Carlo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-07-19T12:00:00+00:00


13

Quella sera la voce di una festa a casa di Conor circolò nel dehors sotto forma di sussurri e occhiate. C’era la logistica, naturalmente, ma anche il compito furtivo di assicurarsi che le persone giuste sapessero cosa bolliva in pentola senza che la voce si diffondesse troppo: Conor era disposto a ospitare gente, ma non voleva che una mandria di sconosciuti gli distruggesse casa. Sui taxi che erano stati chiamati salirono i pochi eletti che avevano ricevuto il messaggio, ma erano obbligati a gettare una cortina fumogena dando la buonanotte e l’arrivederci a presto alle stesse persone che avrebbero rincontrato a casa di Conor di lì a un quarto d’ora. Durante il tragitto ci fermammo alla Hatfield House, un pub dove la normativa sulla vendita di alcolici non sembrava valere, e prendemmo due casse di Carlsberg, due bottiglie di vino e quattro sacchetti di patatine al formaggio e cipolla. Conor ne aprì uno sul sedile del passeggero. Il tassista tirò giù il finestrino e quando ci lasciò a destinazione si fece pagare otto sterline e disse: Ma lo senti che cazzo di puzza quelle patatine?

Conor guardò il pacchetto vuoto che aveva accartocciato nella mano.

Merda, disse. Chiedo scusa.

I ragazzi che avevano usato gli altri taxi erano arrivati prima di noi. Ci stavano aspettando in cucina, una decina in tutto, radunati intorno ai piani di lavoro a prendere pizzichi di tabacco l’uno dal pacchetto dell’altro. Esultarono vedendoci entrare e quando posammo le casse di birra si frugarono nelle tasche per pagare ognuno la propria parte. Conor alzò una lattina: Sláinte. L’espressione fu ripetuta con incertezza da alcuni di loro, che o non erano sicuri se usarla o non erano abituati a sentirla. Qualcuno uscì sul retro per fumare, altri andarono in soggiorno e misero su un po’ di musica. Io mi appoggiai di schiena al mobile della cucina. Non ero ubriaco, ma avevo bevuto abbastanza per non preoccuparmi troppo di sforzarmi a fare conversazione, a meno che non fossero loro a voler parlare con me, cosa che in questa fase del gioco erano ben felici di fare. Una ragazza in particolare, che girava per la cucina a piedi nudi, mi chiese di Liverpool e se avessi intenzione di riprendere l’università per la magistrale. Ammisi che uno dei motivi per cui avevo lasciato Liverpool era l’idea che se fossi tornato a casa e avessi messo da parte qualche soldo, magari avrei potuto provarci. Anna – si chiamava Anna – mi capiva benissimo. Aveva fatto domanda di magistrale in Storia dell’arte a Londra. Si era presa la triennale lì, ma non aveva ottenuto la borsa di studio necessaria per pagarsi la magistrale. Le chiesi se fosse arrabbiata per essere dovuta tornare a casa. Lei mi guardò stupita e disse: No, affatto. Tornare a casa è stata la decisione migliore che abbia mai preso.

Sul serio?

Non avevo mai conosciuto nessuno che se ne fosse andato da Belfast e poi, una volta tornato, fosse più felice della vita che faceva qui rispetto ad altre città. Glielo dissi,



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