Victorian erotic by Miss Black

autore:Miss Black [black, miss]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00

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Più tardi quel pomeriggio andammo in Arlington Street. Sebbene non fossi entusiasta all’idea di parlare con Elspeth mi sembrava di non avere alternative. Louis era troppo coinvolto – e sconvolto – per cavare da lei qualche informazione interessante.

La incontrammo in biblioteca.

Quando arrivò io ero seduta sul divano, Louis in piedi accanto a un scaffale. Elspeth bussò ed entrò, dritta e sicura di sé, anche troppo.

«Miss Elisabeth Currant, la mia assistente» spiegò Louis, con un gesto noncurante della mano. «Desidera farti qualche domanda sull’uomo che affermi di aver visto».

Quelle parole sembrarono spiazzare Elspeth, che tuttavia si voltò dalla mia parte e mi rivolse un inchino rigido e infinitesimale.

«Prego, siediti» dissi io, indicandole una seggiola con la testa. La osservai come non avevo mai potuto fare. Era giovane, forse sulla ventina, con le labbra piene e un bel viso sfrontato. I capelli biondi erano raccolti ed era piena di contegno. La squadrai da capo a piedi, senza nasconderlo. Guardai il suo seno alto e fermo, la vita sottile, le mani rosse di tutte le cameriere.

«Hai detto di aver visto quel signore due volte. Ne hai mai parlato alla tua padrona?» chiesi, alla fine del mio esame.

«No, signora. Non mi riguardava».

«Quale delicatezza. Penso che sia una bugia».

Elspeth sussultò. Anche Louis mi rivolse un’occhiata stupita, ma anche un po’ divertita.

«M-mi dispiace che lo pensi, signora».

«Penso che tu ti occupassi di reggere il gioco a Lady Vivian. Gli altri domestici non sanno nulla... e loro sono fidati. Con questo intendo dire che loro capiscono che la loro fedeltà va a Sir Louis, non alla memoria della signora. Se dicono di non sapere niente non sanno niente. Ma un tramite serve sempre. Credimi, so tutto quello che c’è da sapere sul tradimento. Serve una cameriera che ti accompagni “per commissioni” quando in realtà vai a incontrare qualcuno in un posto isolato. Serve una cameriera che mandi e ritiri i biglietti che ti scambi con lui. Che fine ha fatto la cameriera che ti ha preceduta?».

Elspeth deglutì. «È... è mancata, signora. E le assicuro che...»

«Non assicurarmi niente. Se sei fedele alla tua padrona, va a tuo vantaggio. Anche Bronwen farebbe per me quello che tu stai facendo per lei. Non pensare che ti giudichi negativamente per questo. Ma il signore che vedeva Lady Vivian... be’, sai anche tu com’è finita». Le lanciai un’occhiata penetrante. «Non era più una donna giovane. Avrebbe dovuto evitare una gravidanza. Probabilmente non si è preoccupata della cosa, ma avrebbe dovuto preoccuparsene l’uomo che stai difendendo».

«Non lo difendo!» sbottò lei. Poi sembrò rendersi conto di quello che aveva detto e aggiunse: «Voglio dire...»

«Sarà meglio» la interruppe Louis, con voce gelida. Elspeth si azzittì.

Louis si staccò dallo scaffale e camminò lentamente fino al divano. La sua espressione non prometteva niente di buono.

«Sarà meglio che non lo difendi, razza di bugiarda. E sarà meglio che smetti all’istante di prendermi per il naso. Questa faccenda è durata fin troppo. Dimmi ora quello che sai e prenderò in considerazione l’idea di trovarti un buon posto da qualche parte.

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