Viola by Marina Cuollo

Viola by Marina Cuollo

autore:Marina Cuollo [Cuollo, Marina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango
pubblicato: 2022-10-05T22:00:00+00:00


17

La mattina a casa Giordano abbiamo una specie di rito. Non si esce prima di aver preso il caffè insieme, e non importa se abbiamo abitudini diverse in fatto di colazione. Papà per esempio non la fa mai, si nutre solo di caffeina, mamma non può fare a meno di bere almeno una tazza di latte tiepido e Daniele non va all’università se non si fa una bella zuppa di latte bollente con una quintalata di biscotti mezzo maciullati dentro. Io sono quella con la colazione instabile, non ne ho una fissa, dipende dalla giornata. Ci sono volte che senza la cioccolata non carburo, altre che mi basta giusto un mezzo bicchiere di latte freddo e altre ancora che potrei finire un pacco intero di merendine, e comunque per ogni combinazione possibile il caffè non deve mancare. Io senza caffè non funziono, anzi non esisto.

Da quando mio fratello è andato via devo ammettere che la mattina fa un po’ strano, è come guardare quegli ingranaggi a ruote dentate che non girano più tanto bene. Mi pesa ammetterlo, ma un po’ mi manca. Poi però mi ricordo le sue parole, il motivo per cui non è qui e la nostalgia si trasforma subito in fastidio.

Visto lo scazzo interiore dovuto alla cena di ieri sera, stamattina non sono proprio in vena di ascoltare qualche altro discorso su quanto i miei siano fieri del figliol prodigo. Così prendo la vecchia busta di una raccomandata che trovo sulla credenza, e con una penna ci scrivo sopra un messaggio per mamma.

Scusa, ma’, stamattina devo recuperare un paio di campioni arretrati, mi tocca uscire prima.

Ti scrivo quando stacco dal lab.

Mi infilo in macchina e mi dirigo in laboratorio.

Sono la prima ad arrivare e, mentre inizio a estrarre la caseina da un paio di campioni, mi godo un po’ il silenzio. Be’ oddio, silenzio si fa per dire, qui il rumore di sottofondo degli strumenti è fisso, ma dopo un po’ non ci si fa più caso. Diventa rumore bianco.

Nel frattempo, arrivano Saro e Giulia, li saluto distrattamente e riprendo a lavorare nel mio mutismo.

“Oh, Giorda’, che è stat’? Sembra ti sia passato sopra un treno merci.”

Devo proprio ammetterlo, Saro ha la capacità di darmi certi assist da paura. Su questo avrei potuto tirare fuori la miglior battuta sulla disabilità di sempre. Ma oggi non sono in vena.

“Lascia stare, Saro, non è proprio giornata.”

“Va bene, va bene, lascio stare.”

Ma Saro non lascia mai stare per davvero. Prende i puntali dal cassetto, li mette sul banco e riattacca: “Che altro hai combinato stavolta? Hai invitato a cena un testimone di Geova? Ops, non ho lasciato stare”.

“Ah ah, ti hanno mai detto che sei divertente quanto un termosifone?”

“Effettivamente sì, sto valutando di portarlo come imitazione a Zelig. Sul serio, Giordano, che c’è?”

Io ci provo a cambiare argomento, a distrarlo, ma Saro funziona come i bambini, più gli neghi risposte e più loro si fissano, tipo fase dei perché. Saro è uno di quei mocciosi rompipalle che ti fa domande complicate tipo: “Perché il cielo è azzurro?”.



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