Violate by Graziella Priulla & Gabriele Terranova

Violate by Graziella Priulla & Gabriele Terranova

autore:Graziella Priulla & Gabriele Terranova [Priulla, Graziella & Terranova, Gabriele]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Villaggio Maori
pubblicato: 2020-12-19T23:00:00+00:00


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Vivere senza timore è un privilegio

Uomo, tu non puoi immaginare che cosa voglia dire muoversi per il mondo pensando che in qualsiasi momento potresti essere oggetto di violenza. È già violenza il solo fatto di aver paura.

Se il mondo non capisce quale sia il fastidio, l’imbarazzo, a volte lo schifo che si prova durante una molestia, significa che è condizionato da una cultura sessista che induce a coprire, occultare, colludere, simulare.

Le norme sociali forgiano i corpi, organizzano le differenze anatomiche inscrivendole in un ordine. L’esperienza differente che donne e uomini fanno del proprio corpo nella società incide sul loro stile di relazione, sul loro modo di sentire, di pensare, di stare al mondo. Il piano simbolico e quello materiale sono complementari.

Un uomo può temere un furto, una rapina, ma questo non lo spinge a decidere di attuare comportamenti restrittivi della propria libertà, perché non tocca direttamente la sua intimità.

Ciò che qualsiasi essere maschile della specie umana fa tranquillamente, ovvero andare dove vuole quando vuole, vestirsi come vuole, palesare i propri desideri, essere libero di mostrare il proprio corpo e le sue parti senza rischiare nulla, corteggiare in maniera evidente, non è considerato accettabile in una femmina.

Per un uomo prendere la metropolitana a mezzanotte significa solo spostarsi, per una donna equivale a stare col cuore in gola. Lui non si è mai sentito rassicurato dal solo fatto che il passo affrettato per strada dietro di sé appartenesse a una persona del suo stesso sesso. Lui non ha mai pensato che questo fosse un privilegio.

Ancora oggi, l’idea di essere prede «naturali» del maschile si forma e si consolida presto nelle donne, che fin dall’adolescenza vengono educate a difendersene attraverso un complesso codice di comportamenti.

Lei deve assumere che può accadere che la palpeggino su un mezzo pubblico o che un collega pensi sia divertente toccarle le tette. Che un uomo che non conosce si prenda il diritto di inseguirla immaginando che sia solo un pezzo di carne disponibile. Che non possa andare da sola a leggere o a correre al parco, non dico di sera ma neppure di pomeriggio. A lui non succede mai, dunque è impensabile.

Le donne nei luoghi pubblici hanno paura, hanno più paura rispetto agli uomini, e molte scelgono di autolimitare i propri spostamenti. L’Istat (2016) ci dice che il 36% delle donne italiane la sera non esce di casa o si fa accompagnare se deve uscire. Coprifuoco, come in uno stato di guerra permanente.

Il geografo francese Guy di Méo, specializzato in geografia sociale e culturale, parla di «mura invisibili» che delimitano i confini spaziali entro i quali ci sentiamo rinchiuse. Anche così le città diventano non solo luoghi ostili ma potenziali strumenti di controllo sociale che limitano il desiderio stesso di libertà.

Riappropriazione degli spazi: anche per questo marciano e lottano le donne coraggiose di tutto il mondo, da Milano a Palermo, dalla Palestina all’Afghanistan, alla Siria, al Bakur, al Senegal, ai movimenti Black negli Stati Uniti, alle guerriere cilene e messicane, alle donne dell’Amazzonia.

Mi ha colpita, perché è raro



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