Violeta by Isabel Allende

Violeta by Isabel Allende

autore:Isabel Allende [Allende, Isabel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2022-01-24T23:00:00+00:00


Terza parte

Gli assenti

(1960 – 1983)

14.

Riesaminando il passato mi rendo conto di aver perso Nieves molto prima di quanto avessi pensato. Mia figlia aveva quattordici anni quando Julián decise che, invece delle vacanze obbligate a Santa Clara, avrebbe trascorso quel periodo con lui, loro due soli, una luna di miele tra padre e figlia. Aveva abbandonato la speranza di fare di Juan Martín “un uomo”, cioè un uomo a sua immagine e somiglianza. Suo figlio era un adolescente goffo e romantico che sembrava più interessato a leggere Albert Camus e Franz Kafka dei numeri di “Playboy” che suo padre gli portava da Miami, e che preferiva discutere di marxismo e imperialismo con un gruppo ristretto di amici tormentati come lui anziché palpeggiare le amiche di sua sorella in un angolo appartato.

Negli anni successivi, Julián portò Nieves con sé nei suoi viaggi e le insegnò a guidare l’automobile e a fargli da copilota sull’aereo. Quando la sorprese a fumare e a bere i fondi dei cocktail rimasti nei bicchieri, iniziò a procurarle sigarette al mentolo e la istruì nell’arte del bere con moderazione, nonostante lui stesso eccedesse con l’alcol. Ben presto Nieves iniziò a indossare vestiti provocanti e a truccarsi come una modella per uscire e mettersi in mostra in compagnia di suo padre nei cabaret e nei casinò, dove scommettevano uno accanto all’altra ai tavoli da gioco senza che nessuno avesse sospetti circa la sua età; li divertiva che la scambiassero per l’ultima conquista di Julián. Le ustioni riportate all’età di dieci anni le avevano lasciato cicatrici molto leggere, suppongo grazie all’intervento di Yaima. La sua bellezza, secondo Julián, mandava in tilt il traffico. A diciott’anni cantava canzoni di moda in hotel e casinò, dove i clienti le davano qualche mancia, cosa che a Julián sembrava molto spassosa. Gli piaceva quel gioco di provocare desiderio negli uomini mettendo in mostra sua figlia a debita distanza, ma spaventava qualsiasi ragazzo si avvicinasse a lei. “Così non troverò mai un fidanzato, papà,” si lamentava Nieves. “Alla tua età, l’ultima cosa di cui hai bisogno è un fidanzato. Dovrà passare sul mio cadavere,” le rispondeva lui. Era geloso come un amante.

Nel frattempo, vivevo nel nostro paese con Juan Martín, che aveva scelto di studiare storia e filosofia. Agli occhi di suo padre era una perdita di tempo, non serviva a niente. Dato che l’università si trovava nella capitale, affittai un appartamento che condividevamo, ma in realtà ci vedevamo ben poco; io stavo con un piede a Sacramento e andavo spesso negli Stati Uniti a trovare Nieves. Mio figlio passava tantissimo tempo da solo.

L’annullamento matrimoniale arrivò quando ormai non lo volevo più. Mi ero adattata ai vantaggi della mia situazione; ero libera a tutti gli effetti e per soddisfare le esigenze della passione potevo contare su un uomo impetuoso che dopo tanti anni di frequentazione, inevitabile complicità e rancori accumulati, riusciva ancora a dominarmi con i baci. Quanto è lunga la schiavitù del desiderio! Non fu mai tanto umiliante come quando mi ritrovai a metà



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