Vita di Galileo. by Brecht Bertolt -

Vita di Galileo. by Brecht Bertolt -

autore:Brecht Bertolt - [-, Brecht Bertolt]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B00B1P5VLQ
editore: Torino, Einaudi
pubblicato: 1963-01-02T00:00:00+00:00


Casa di Galileo a Firenze.

I discepoli di Galileo, Federzoni, frate Fulgenzio e Andrea Sarti (ormai un giovinotto) sono riuniti per una lezione sperimentale. Galileo, in piedi, sta leggendo un libro. Virginia e la signora Sarti cuciono il corredo.

VIRGINIA Com’è bello cucirsi il corredo! Questa è una tovaglia grande, per pranzi di gala. A Ludovico piace ricevere. Bisogna che sia fatta alla perfezione: sua madre bada a ogni punto. Quelli che non manda giù, sono i libri del babbo: anche lei come padre Cristoforo.

SIGNORA SARTI Sono anni che ha smesso di scrivere libri.

VIRGINIA Credo che abbia capito di essersi sbagliato. A Roma, un grande dignitario della Chiesa mi spiegò molte tose in fatto di astronomia. Le distanze sono troppo grandi.

ANDREA (scrive su una lavagna il compito assegnatogli per la giornata) « Giovedì pomeriggio: corpi galleggian-ti ». Anche oggi ghiaccio; un bacile d’acqua; una bilancia; aghi di ferro; Aristotele. (Va a prendere i vari oggetti).

Gli altri consultano libri. Entra Filippo Muzio, uno studioso di mezza età: è alquanto turbato all’aspetto.

MUZIO Potreste domandare al signor Galilei di ricevermi? Mi ha condannato senza neppure ascoltarmi.

SIGNORA SARTI Ma lui non vuole ricevervi.

MUZIO Domandateglielo, e Dio ve ne renderà merito. Devo assolutamente parlargli.

VIRGINIA (va ai piedi della scala) Babbo!

GALILEO Che c’è?

VIRGINIA Il signor Muzio.

GALILEO (interrompe bruscamente la lettura e va a capo del-la scala, seguito dai discepoli) Desiderate?

MUZIO Signor Galilei, ve ne prego, consentite che vi spieghi quei passi del mio libro che apparentemente suonano condanna alla teoria copernicana della rotazione della terra.

Io…

GALILEO Che c’è da spiegare? Quei passi concordano col decreto emanato dalla Congregazione del Sant’Uffizio nel 1616: ebbene? Siete nel vostro diritto. È vero, siete stato nostro discepolo di matematica; ma questo non dà a noi il diritto di sentirvi dire che due più due fanno quattro. Voi avete pieno diritto di affermare che questo sasso (trae di tasca un sassolino e lo lascia cadere di sotto) in questo momento è volato su fino al tetto.

MUZIO Signor Galilei, io…

GALILEO Non tiratemi in ballo le difficoltà! Neanche la peste ha potuto fermarmi, quando facevo le mie rilevazioni.

MUZIO Signor Galilei, può esserci di peggio della peste.

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GALILEO Statemi a sentire: chi non conosce la verità è soltanto uno sciocco; ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un malfattore! Fuori di casa mia!

MUZIO (con voce atona) Avete ragione. (Esce).

Galileo ritorna nella sua stanza da lavoro.

FEDERZONI Così è, purtroppo. Quello là certo non è un genio, e tutto il suo valore sta nell’aver avuto voi per maestro. Ma adesso, per forza la gente dice: «Ha ascoltato tutti gl’insegnamenti di Galileo, e ora deve ammettere che erano falsi ».

SIGNORA SARTI Poverino, mi fa compassione.

VIRGINIA Babbo gli voleva troppo bene.

SIGNORA SARTI Virginia, vorrei parlarti delle tue nozze. Sei ancora tanto giovane, sei senza mamma, e tuo padre non fa che ficcare quei pezzi di ghiaccio nell’acqua. Al tuo posto, io non gli farei nessuna domanda riguardo al matrimonio. Lo sentiremmo dire, per una settimana di seguito, le cose più orribili: a tavola, ben inteso, e in presenza dei ragazzi; non ha due soldi di pudore, lo sai, non ne ha mai avuto.



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