Vola golondrina by Francesco Guccini Loriano Macchiavelli

Vola golondrina by Francesco Guccini Loriano Macchiavelli

autore:Francesco Guccini, Loriano Macchiavelli
La lingua: ita
Format: epub
editore: Giunti
pubblicato: 2023-09-02T00:00:00+00:00


21

1972, MONTEFOSCO

Cosa può nascondere un anarchico, chi è il generale Roatta e che c’entra con un paese e i suoi due morti ammazzati.

Lope dormì come non le accadeva da un po’ di giorni e a colazione, con soddisfazione delle sorelle, si rifece di quanto aveva lasciato il giorno prima.

Mentre sgomberava il tavolo, Sofia la rassicurò: «Se ha bisogno, noi siamo di là».

«Grazie, ma ho un bel po’ da fare…» e si sistemò sul tavolino del giardinetto per dedicarsi al riepilogo della situazione. Riguardò il quadretto con la foto dei camerati in posa eroica, rilesse la scritta sul retro, buttò giù alcuni appunti che le sarebbero serviti nel colloquio che avrebbe avuto con Rivo…

Sì, adesso era certa: le nascondeva molte cose, e non lo avrebbe mollato fino a quando…

«… fino a quando non mi avrai spiegato chi è il generale Roatta e che c’entra con i due morti di Montefosco.»

Per un po’ Rivo continuò a occuparsi del motore che aveva davanti, ma sbagliava chiave, gli sfuggiva di mano un bullone appena svitato… Insomma, non riusciva a concentrarsi. Bestemmiò, gettò nel vano motore lo straccio e la chiave del dieci che aveva appena recuperato da terra, guardò Lope in piedi accanto a lui e sbottò: «Sai una cosa? Eri una rompipalle da ragazzina e me le rompi da grande» e andò a tirare giù la saracinesca. Aveva capito che la cosa era seria e sarebbe andata per le lunghe. Non voleva altra gente fra i piedi. Le bastava la ragazza.

Indicò a Lope la zona dove stavano i due sgabelli per i clienti e, andando a sedere sul suo, ripeté la cerimonia ormai consueta: sigaretta dal pacchetto, offerta all’ospite, accensione della sua e due boccate di fumo. Disse: «Sentiamo: cosa vuoi veramente dal sottoscritto?».

Lope prese posto sul suo sgabello: «Te l’ho appena detto: voglio sapere chi è il generale Roatta e che c’entra con i due morti di Montefosco».

«Prima di tutto chi ti ha parlato del generale Roatta?»

«Tu.»

«Io?»

Lope tentò di imitare la voce di Rivo: «“nel marzo del ’37 abbiamo dato il nostro contributo alla prima sconfitta dei fascisti. Li comandava il generale Roatta.”».

Rivo si diede una manata sulla fronte: «Sto proprio rimbambendo» borbottò. «E tu, con tutte le coglionate che t’ho raccontato, proprio del generale Roatta mi vieni a chiedere?»

Dal sacco che si era portata dietro, Lope tolse il quadretto e lo mostrò a Rivo. Dopo una prima occhiata, lo prese e se lo tenne davanti a lungo. Poi: «Da dove viene?» chiese sottovoce.

Lope lo rigirò e lesse: «“Guadalajara, marzo 1937. Fra tre giorni a Madrid”. Firmato “generale Mario Giuseppe Roatta”».

«Tre giorni il cazzo!» disse Rivo. La voce gli era diventata roca. «Tre giorni il cazzo!» ripeté. «Li abbiamo tenuti inchiodati dall’8 al 25 marzo, lui e i suoi macellai.» Il ricordo, piombatogli addosso inaspettato, gli aveva incattivito la voce: «Guadalajara: me la ricordo come fosse ieri. E se la ricordano anche loro». Fece una pausa per guardare la foto, prima di concludere: «A Madrid ci sono arrivati nel marzo del ’39. Gli ci sono voluti due anni».



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