Volpe e Lepre by Sylvia Vanden Heede & Thé Tjong-Khing

Volpe e Lepre by Sylvia Vanden Heede & Thé Tjong-Khing

autore:Sylvia Vanden Heede & Thé Tjong-Khing [Heede, Sylvia Vanden & Tjong-Khing, Thé]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2024-07-11T12:00:00+00:00


UNA NUOVA VICINA

La signora Codalunga rosicchia un biscottino.

Manda giù l’ultima briciola. Poi chiede:

«È libero qualcosa, qui?».

«In che senso? Cosa intende per libero?» chiede Lepre.

«Cerco un albero da affittare» spiega Piuma.

«Anche un ramo va bene. Meglio di niente.

Mi serve un posto dove costruire il nido.»

«Il nido?» ripete Gufo sorpreso.

«Ma scusi, signora, lei è un uccello?»

«No, no!» dice la signora e ride.

«Io sono uno scoiattolo.

Solo che mi chiamo Piuma Codalunga.

Sono venuta via dal Parco in città.

Vorrei vivere lontano dalla confusione.

Cerco la quiete del bosco.»

Piuma prende ancora un biscotto.

Mangia a piccoli bocconcini.

Volpe si schiarisce la gola.

«Hem!» dice.

«Se non è un uccello, sign… eh… Piuma…

Perché vuole costruire un nido?

Non preferisce una bella tana calda?

Può venire a stare da noi, se vuole.»

«Nemmeno per sogno!»

grida subito Gufo.

«Piuma vuole un albero

e un albero avrà.

Da me c’è un sacco di spazio.

Può venire tranquillamente.»

«Ma tu hai già Pio!» strilla Volpe.

«E tu hai Lepre!» grida Gufo.

Vola alla gola di Volpe.

E Volpe lo morde a una zampa.

«Fermi! Fermi!» esclama Piuma.

«Se fate così me ne vado subito!»

Di colpo c’è silenzio.

Volpe lascia andare Gufo. E Gufo lascia andare Volpe.

Volpe sputa una piuma. Gufo si massaggia la zampa.

Tutto a posto: niente di rotto, niente sangue.

Ma cosa succede?

Piuma piange?

Singhiozza e singhiozza.

Le lacrime cadono a terra.

«Su, su» la consola Lepre.

Le mette una zampa sulle spalle.

«Piuma piange perché vuole

un albero» bisbiglia Gufo.

«Piuma piange perché vuole

una tana!» esclama Volpe.

Per un pelo non bisticciano di nuovo.

«E smettetela adesso!

Spaventate Piuma» li sgrida Lepre.

«Coc!» pigola Pio.

Piuma piange ancora un pochino.

Poi si asciuga gli occhi.

Si soffia il naso nella coda.

«Che sollievo» sospira.

«Piangi un po’ e tutto passa.

Mi sento già molto meglio.

Forse mi fermo qui.

Sarà molto tranquillo, ogni tanto.»

Piuma sorride a Volpe e Gufo.

Volpe diventa tutto rosso.

E Gufo lo stesso.

«Ottimi questi biscottini» dice Piuma.

«Peccato che siano quasi finiti. Ho una fame terribile.

Oggi non ho nemmeno fatto colazione.

È così lontano, questo bosco.»

«Perché è venuta qui?» chiede Lepre, seccata.

Piuma prende l’ultimo biscotto.

Poi scuote la testa e sospira.

«Ah, la città!» dice. «È bella, d’accordo.

Ci vivo da anni.

Guardate il mio biglietto da visita:

Faggio 3, nel Parco. È il mio indirizzo.

È una zona elegante.»

«Ma allora perché è andata via?» chiede Lepre.

«Per la tranquillità» risponde Piuma.

L’ultima parola la dice a voce più alta.

Sembra un po’ offesa.

«Avevo un bel nido.

Caldo, tappezzato di piume.

Con una dispensa piena di noci, bastavano per tutto l’inverno.

Avevamo da mangiare per due, Attolo e io.»

«Attolo?» ripetono Volpe e Gufo insieme.

Piuma fa segno di sì.

«Attolo è mio marito, quel tesoro.

È sordo come una campana.

Nessun rumore lo disturba.

Lui non sente niente.»

Per un po’ c’è silenzio.

Volpe non dice niente, Gufo non dice niente.

Solo Pio dice piano piano: «Coc».

Lepre si gratta dietro l’orecchio.

Che strana storia!

Prima Piuma aveva una casa.

E adesso non più? O sì?

Perché allora ne vuole un’altra?

Perché vuole un nido nel bosco?

Ha litigato con Attolo?

Può darsi.

Quando Lepre litiga con Volpe,

a volte pensa anche lei: me ne vado.

Ma non dura a lungo.

Mai più di un giorno.

Non abbastanza da volersene andare.

«Coc» dice di nuovo Pio.

E poi Volpe chiede: «Ma cos’è successo allora, Piuma?».

Piuma abbassa lo sguardo. «Il freddo» dice piano.

«Il gelo e la neve. Ecco cos’è successo.

Il laghetto nel Parco è gelato.



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