Wolfang A. Mozart 1756-1791. Un musicista fra Antico Regime e Mondo Nuovo by Danilo Faravelli

Wolfang A. Mozart 1756-1791. Un musicista fra Antico Regime e Mondo Nuovo by Danilo Faravelli

autore:Danilo Faravelli [Faravelli, Danilo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 2560024041727
editore: Editori Riuniti
pubblicato: 1989-11-30T23:00:00+00:00


3. Nuova musica per il teatro. Idomeneo a Monaco

Alla fine del 1779, su invito della compagnia di Johann Böhm ospite del teatro cittadino, Mozart poté tornare alla composizione delle musiche di scena per il dramma eroico Thamos, re dell’Egitto di Tobias von Gebler (1726-1786); un paio di cori gli erano stati infatti commissionati già nel 1773, alle prime rappresentazioni viennesi del copione tedesco. Poco dopo, per vie analoghe, fu incaricato della stesura di un Singspiel di argomento turchesco in seguito mai portato a termine. Zaide (K. 336b), questo il titolo dato all’edizione postuma (1831) della partitura incompiuta, è una sequela di arie, pezzi d’assieme e sezioni in forma di melologo che dovette fare i conti con una serie di sfortunate coincidenze, non ultima il rallentamento delle attività spettacolari causato nelle terre fedeli alla corona asburgica dalla morte di Maria Teresa d’Austria (29-11-1780). Solo qualche mese più tardi, dopo aver accontentato la corte di Monaco che chiedeva un’opera per l’imminente carnevale, Mozart vi avrebbe rimesso mano, ma neanche allora per portare la stesura a compimento. Il testo di argomento turchesco, di Johann Andreas Schachtner (1731-1795), trombettiere nell’orchestra di corte di Salisburgo, ruotava attorno a una trama troppo seria per poter far presa sul gusto di un pubblico, come quello della capitale, abituato ad attendersi dal teatro in lingua madre situazioni e personaggi farseschi.

Quanto a Thamos, abbiamo ragione di credere che la fortuna toccata alle musiche di scena (K. 336a) sia stata solo di poco superiore a quella del Singspiel incompiuto. Il dramma ebbe l’onore di diverse messe in scena, ma pare che non fosse suo destino suscitare entusiasmi di platea, coinvolgendo così nell’insuccesso il proprio corredo di interpolazioni strumentali e vocali.

«[…] Quanto mi spiace non poter più utilizzare le musiche di Thamos! Quest’opera, non essendo piaciuta, è tra i testi rifiutati; non sarà mai più rappresentata. E invece dovrebbe essere rappresentata proprio per la musica; è però assai difficile che ciò accada. Peccato! […]» (lettera al padre, Vienna, 15 febbraio 1783).

In ogni caso, Mozart non ebbe certo il tempo di rammaricarsi dell’ispirazione e delle energie buttate al vento. Nell’autunno del 1780, forte della buona immagine di sé lasciata a Monaco e delle conoscenze maturate in seno alla corte di Mannheim ormai trasferita nella capitale bavarese, ottenne l’incarico di comporre un’opera per le prime settimane dell’anno successivo.

Idomeneo re di Creta (K. 366) nasceva sotto buoni auspici e poneva condizioni di lavoro quanto mai favorevoli. Il librettista, Giovanni Battista Varesco (ca. 1736-1805), poteva essere consultato in qualsiasi momento dal compositore, essendo cappellano di corte a Salisburgo. I cantanti designati e i membri dell’orchestra erano in buona parte vecchi amici di Mannheim: il lavoro di stesura musicale poteva quindi avvantaggiarsi di un discreto livello di conoscenza riguardo alle doti degli interpreti. Infine c’era il pieno favore della corte.

«[…] Per la mia opera non si dia alcuna pena, padre carissimo.

Spero proprio che tutto vada bene. Si dovrà togliere di mezzo un piccolo intrigo, ma probabilmente tutto finirà in una comica risata, poiché ho dalla mia parte la nobiltà più potente e facoltosa e con essa il fior fiore degli appassionati di musica.



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