007 (14) Octopussy by Ian Fleming

007 (14) Octopussy by Ian Fleming

autore:Ian Fleming
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Garzanti
pubblicato: 1966-07-14T23:00:00+00:00


La Wartski aveva una modesta ma ultramoderna facciata al numero 138 di Regent Street. I pochi gioielli antichi e moderni disposti con discrezione nella vetrina non potevano certamente far pensare che i proprietari della ditta fossero i più noti mercanti di gioielli Fabergé del mondo. L'interno – moquette grigia, boiseries di sicomoro, qualche vetrina senza pretese – non possedeva lo charme di Cartier, o di Boucheron o di Van Cleef, ma un certo numero di diplomi di case reali rilasciati ai Fornitori Wartski dalla regina Mary, dalla regina madre, dalla regina, da re Paolo di Grecia e da re Federico IX di Danimarca, dimostravano che questa non era una gioielleria qualunque.

James Bond chiese di parlare con Kenneth Snowman. Un bell'uomo, elegante, sulla quarantina, si alzò da un tavolo in fondo alla sala attorno al quale era seduto un gruppo di persone, e si avvicinò all'agente.

Bond disse tranquillamente: «Appartengo al CID. Posso parlarvi? Forse prima vorrete controllare la mia identità. Mi chiamo James Bond. Ma dovrete rivolgervi a Sir Ronald Vallance o al suo assistente. Non dipendo direttamente da Scotland Yard. È una specie di lavoro in collaborazione.»

Lo sguardo vivace e intelligente non parve nemmeno esaminarlo. L'uomo sorrise. «Andiamo nel sotterraneo. Stavo conversando con certi amici americani; sono quasi dei corrispondenti, in realtà. Della "Old Russia", nella Quinta Avenue.»

«So dove si trova. Pieno di magnifiche icone e di oggetti del genere. Non lontano da Pierre.»

«Esatto.» Snowman sembrava ancor più rassicurato. Precedette Bond lungo una scala che conduceva in una grande sala da esposizione – la vera stanza del tesoro della ditta – brillantemente rischiarata. Oro, diamanti e pietre preziose lavorate luccicavano in una serie di vetrine illuminate.

«Accomodatevi. Una sigaretta?»

Bond preferì accendere una delle sue. «Si tratta del Fabergé che verrà messo all'asta domani sera alla Sotheby: la Sfera di smeraldo.»

«Ah, sì.» La fronte liscia di Mr. Snowman si corrugò improvvisamente. «Spero che non ci sia qualche guaio.»

«Non dal vostro punto di vista. Ma quella vendita ci interessa parecchio. Sappiamo chi è la proprietaria, Miss Freudenstein. Abbiamo ragione di credere che si tenterà di far alzare artificiosamente l'offerta. A noi interessa sapere chi sarà il controfferente, poiché riteniamo che sarà la vostra ditta, a condurre la lotta, per così dire.»

«Bene, ehm, sì,» disse Snowman, cercando di non scoprirsi troppo. «Senza dubbio, quell'oggetto ci interessa. Ma raggiungerà una quotazione pazzesca. In confidenza, vi posso dire che pensiamo che ci saranno altre offerte. Van Cleef & Arpels, per esempio, e probabilmente anche il Metropolitan Museum. State forse dando la caccia a qualche ladro? Se è così, non dovete preoccuparvi. Quello è un esemplare che non rientra nella loro sfera d'azione.»

Bond rispose: «No. Non stiamo cercando un ladro.» Si chiese fino a che punto poteva fidarsi del suo interlocutore. Anche se la gente dimostra di aver cura dei propri segreti, ciò non vuol dire che abbia la stessa cura dei segreti degli altri. Bond prese una piccola lastra d'avorio incorniciato che si trovava sul tavolo. Vi era scritto: "Cosa cattiva, cosa cattiva, dice il compratore. Ma quando se ne va via, allora si vanta".



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