1 by CARLO

1 by CARLO

autore:CARLO [CARLO]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


VI

Io son per natura pacifico

e nemico di mettermi nei trambusti e nei litigi

Nel 1521, alla dieta di Worms, Carlo V espresse compiutamente la propria opinione in merito alle tesi di Lutero, dichiarando di considerarle eretiche. Passarono oltre vent'anni, però, prima che il sovrano decidesse d'impugnare le armi contro i principi tedeschi riuniti nella lega di Smalcalda. Essa era stata creata per difendere, se necessario militarmente, la pretesa di tutelare il pensiero religioso che si andava diffondendo nei territori posti sotto la loro autorità e la prassi, che ne era derivata, d'incamerare i beni che la dottrina luterana sosteneva dovessero essere sottratti alla Chiesa e alle sue organizzazioni, agli ordini religiosi in particolare.

Il 24 aprile 1547 Carlo V colse sui protestanti la grande vittoria di Múhlberg, a celebrare la quale Tiziano dipinse il famoso ritratto dell'imperatore, coperto dall'armatura, con la lancia in pugno: a cavallo come si conviene a un imperatore vittorioso, cavaliere secondo la tradizione appunto cavalleresca, ma abbigliato, armato e vestito alla maniera dei suoi prediletti fanti castigliani, lombardi e calabresi, i terceros, ai quali rendeva così commosso omaggio. La sua situazione fisica effettiva il giorno della battaglia era d'altronde ben diversa, poiché la gotta minava da due decenni il corpo del sovrano costringendolo a viaggiare in portantina. Tuttavia, la tela descrive in modo mirabile una realtà più profonda di quella materiale, e coglie perfettamente l'impressione che l'esito della battaglia provocò nel continente. Molti ritennero allora che quella giornata avesse restituito alla Monarchia il controllo di tutta la Germania, confermando la sua posizione egemonica sull'Europa. Nel periodo immediatamente successivo alla vittoria di Miihlberg i banchieri tedeschi e genovesi che finanziavano le guerre dell'imperatore gli concessero prestiti a tassi molto più bassi di quelli usuali, tanto si era rafforzato il suo credito politico e di conseguenza la sua solidità economica.

Sembrò allora che l'aver imboccato la strada della guerra all'interno della cristianità, contro quei princìpi di dedizione alla causa della pace che l'imperatore aveva dichiarato e ai quali si era sempre attenuto, costituisse una scelta in grado di fornire frutti politici copiosi. Eppure Carlo V non riuscì a ricavare praticamente nulla dalla vittoria militare, a riprova del fatto che la guerra non ribalta le situazioni e i rapporti di forze esistenti; quando sembra funzionare, è solo perché li certifica. La situazione interna alla Germania non si stabilizzò dopo Miihlberg: essa rimase affidata ai cambiamenti di fronte dei principi tedeschi, tesi in ogni occasione a garantirsi piccoli spazi di autonomia in concorrenza con il potere centrale della Monarchia o dell'impero.

Negli anni Trenta del Novecento si sviluppò una polemica molto vivace in relazione a quale fosse stata la concezione imperiale di Carlo V. Gli storici tedeschi, capeggiati da Karl Brandi, hanno sostenuto che il progetto politico della Monarchia nella sua fase iniziale fosse quello elaborato dal gran cancelliere Mercurino Arborio di Gattinara, cresciuto negli ideali rinascimentali e legato al progetto dantesco che aspirava alla ricostruzione dell'unità politica della cristianità, allora raccolta in quella che oggi chiamiamo Europa. A quattro secoli di distanza, a



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