127 ore: Intrappolato dalla montagna (Italian Edition) by Aron Ralston & M. Cappon

127 ore: Intrappolato dalla montagna (Italian Edition) by Aron Ralston & M. Cappon

autore:Aron Ralston & M. Cappon [Ralston, Aron & Cappon, M.]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B0067BH3XS
editore: Rizzoli
pubblicato: 2011-01-20T00:00:00+00:00


8.

«Vado nello Utah»

La gente dice che noi cerchiamo il senso della

nostra vita. Non lo credo affatto. Ciò che noi

cerchiamo è la sensazione di essere vivi, una

risonanza che dal piano fisico delle nostre

sperienze ci conduca alla realtà più intima

e profonda del nostro essere, così che noi

possiamo provare l’estasi di essere vivi.

Joseph Campbell, Il potere del mito

Nell’inverno 2003 mi concentrai sulle cime superiori ai 4250 metri, progettando sempre nuove scalate e per vie sempre più impegnative. Era un programma intenso che mi dava grande soddisfazione, ma quelle ascensioni servivano anche da allenamento per il grande progetto che mi proponevo di affrontare nell’estate di quello stesso anno. I 6194 metri del Denali erano un traguardo ambizioso, e ancora più lo era il mio tentativo di stabilire il record di ascensione in ventiquattr’ore con discesa in sci dalla vetta.

Appena finito l’inverno, chiusi la mia stagione di ascensioni sui Quattromila per dedicarmi allo sci alpinismo. Con il mio amico Rick Inman, con il quale lavoravo al negozio di Aspen, risalii con gli sci il monte Sopris, in Colorado. Volevo riguadagnare fiducia nella mia capacità di prevedere il rischio valanghe, dopo l’incidente sul Resolution.

Passammo una splendida giornata, sciando su pendii poco ripidi sopra il lago Thomas, tenendoci alla larga da quelli più pericolosi. Fui contento di riuscire a tenere sotto controllo la mia attrazione per la neve polverosa che aveva fatto correre un gravissimo rischio a me e ai miei amici soltanto un mese prima.

A fine marzo, insieme al mio amico Gareth Roberts mi iscrissi alla Elk Mountains Grand Traverse, una maratona di gran fondo che si sviluppa per 68 chilometri dalla Crested Butte ad Aspen. Decisi di fare una ricognizione preliminare da solo, affrontando i 40 chilometri dell’anello intorno allo Star Peak, presso Aspen. Presi in prestito dal negozio un paio di sci speciali da fondo senza sciolina, con lamine di metallo.

Ansioso di provarli, partii tardissimo, a mezzogiorno, dal centro sciistico di Ashkroft.

Percorsi i primi 30 chilometri sui tre passi da scavalcare prima del buio, ma quando fui sul passo Pearl c’era tormenta, era notte e persi l’orientamento.

Sciai fino ai primi pendii valangosi del Pearl Basin, stando ben attento a evitare una dozzina di punti di possibile distacco e le tracce delle slavine, ma alla fine mi ritrovai al punto di partenza, completamente disorientato da quel bianco uniforme. «Quando imparerò ad avere più fiducia nella bussola?» Perso a 3300 metri di quota, poco sopra la linea degli alberi, decisi che la cosa migliore era scavare una truna e aspettare il mattino seguente.

Non fu facile trovare una sezione di pendio sufficientemente compattata dal vento e abbastanza profonda per poterci scavare una buca, ma alla fine riuscii a sedermi dentro quella specie di tana e ci rimasi cinque ore. Ogni venti o trenta minuti spingevo la testa fuori per controllare se riuscivo a vedere qualcosa – stelle, cime di montagne, una valle, alberi – qualsiasi cosa mi permettesse di fare il punto sulla carta e stabilire una direzione da seguire. C’erano almeno tre possibili valli diverse dove



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