1946 by Sebestyen Victor

1946 by Sebestyen Victor

autore:Sebestyen, Victor [Sebestyen, Victor]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia contemporanea, Seconda guerra mondiale
editore: Rizzoli
pubblicato: 2015-06-09T22:00:00+00:00


18

Rifugiati

Era stato sindaco di New York per tre mandati e, in precedenza, membro del Congresso per un decennio; il suo volto era uno dei più conosciuti in America. Ora però, rimasto senza incarichi da tre mesi e lontano dai riflettori, Fiorello La Guardia non era un uomo soddisfatto. A sessantatré anni era ancora pieno di energia e ambiva a fare qualcosa di importante. Il 31 marzo, il presidente Truman lo nominò direttore dell’Amministrazione delle Nazioni Unite per l’assistenza e la riabilitazione (UNRRA). Anche se sperava in un qualche incarico più in vista (e con maggiore pubblicità) in patria, La Guardia, come al suo solito, colse al volo l’occasione, dicendo ai propri sostenitori che era uno dei lavori più importanti che ci potessero essere. E, di fatto, era così: il mondo non aveva mai visto una crisi di rifugiati di tali proporzioni, e lui era la persona incaricata di affrontarla. Poco dopo la nomina, esuberante come sempre, si rivolse ai giornalisti che si domandavano perché avesse accettato questo lavoro e spiegò: «Andate in biblioteca e chiedete un libro intitolato La Bibbia: Nuovo Testamento. Leggendolo, capirete di che cosa si occupa l’UNRRA».1

L’UNRRA era stata istituita molto prima della fine della guerra. I suoi cooperanti allestivano campi e ospedali subito dietro le linee alleate, dove, mentre cercavano di nutrire una massa di gente disperata, potevano constatare con chiarezza la scala senza precedenti della crisi. Lavoravano con dedizione e competenza e, considerando il caos e lo sconvolgimento regnanti nell’Europa postbellica, salvarono un gran numero di vite. I dati si sarebbero conosciuti con certezza solo molto tempo dopo la fine della guerra, ma i funzionari dell’UNRRA stimarono di aver avuto a che fare con circa 7 milioni di rifugiati. Quando i campi vennero chiusi, all’inizio del 1949, la cifra era salita a un livello notevolmente più alto: circa 11,5 milioni. Inoltre, nella primavera del 1946 in Europa c’erano ancora circa 4 milioni di rifugiati e sfollati (displaced persons, DP); la differenza stava nel fatto che uno sfollato aveva una casa in cui tornare (se era ancora possibile trovarla), mentre un rifugiato era di fatto senza casa. La questione, forse inevitabilmente, veniva a vertere intorno a una sfumatura semantica: una persona sopravvissuta ad Auschwitz o ai campi di lavoro forzato il cui villaggio era stato distrutto, aveva ancora una casa?

Tra gli sfollati c’erano gli ebrei sopravvissuti ai campi di concentramento, i prigionieri di guerra di una decina di Paesi e i lavoratori forzati che i nazisti avevano trasportato in Germania (per tutto il 1946, questi ultimi rimasero di gran lunga la maggioranza). Alla fine del 1944, l’intero sforzo economico della Germania, inclusa tutta la produzione industriale, dipendeva dal lavoro forzato: circa il 18 per cento della sua forza lavoro era costituita di fatto da schiavi. Perlopiù provenivano dall’Unione Sovietica (1,7 milioni), dalla Polonia (700.000) e da altri Paesi dell’Europa orientale, ma almeno 500.000 erano francesi e molte migliaia venivano dalla Norvegia, dall’Olanda e dal Belgio. Tecnicamente, quelli che provenivano dall’Europa occidentale non erano lavoratori «forzati», ma



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.