300 guerrieri. La battaglia delle Termopili (2010) by Andrea Frediani

300 guerrieri. La battaglia delle Termopili (2010) by Andrea Frediani

autore:Andrea Frediani [Frediani, Andrea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton editori s.r.l.
pubblicato: 2014-08-22T22:00:00+00:00


Dietro le linee nemiche

Come Aristodemo aveva previsto, Eurito si dimostrò entusiasta. Al ritorno, i suoi due amici lo avevano trovato ancora con i massi sottobraccio e Aneristo alle costole, affiancato nel particolare addestramento da un altro paio di sventurati, precettati dal feroce ufficiale.

Lo avevano preso da parte e gli avevano spiegato cosa lo attendeva, mentre Aneristo sfogava sugli altri due soldati la propria ira per essere stato ancora una volta scavalcato. Sulle prime, Eurito non aveva voluto crederci, e Deniece aveva dovuto far ricorso a tutta la sua autorità per convincerlo che la faccenda non solo era vera, ma anche prevista per quella stessa notte.

Ad Aneristo, il collega disse solo che i suoi due subordinati erano stati distaccati in servizio temporaneo presso la pentecoste reale, poiché c’era bisogno di un paio di fanti pesanti in posizione avanzata, oltre Antela. Poi, Deniece suggerì a Eurito di andare a riposare per l’intera giornata, e dispensò anche Aristodemo dalla normale routine, dando a entrambi appuntamento al calar del sole alla porta orientale.

I due prescelti riuscirono a eludere le petulanti domande di Alfeo e Marone, la cui attenzione, d’altronde, fu ben presto attratta dallo spettacolo dei persiani schierati poco oltre Antela, dove la pianura trachinia iniziava ad aprirsi. I persiani erano troppo lontani perché i difensori potessero distinguere con chiarezza il loro equipaggiamento, ma la grossa macchia scura che tremolava sotto il sole a picco costituiva, senza che alcun greco avesse dubbi al riguardo, la contromossa psicologica alle esibizioni elleniche.

Questa, almeno, fu la convinzione di Leonida, che diede ordine agli arcadi di arretrare solo leggermente la loro posizione, senza rientrare. «Il re è sicuro che non ci attaccheranno, oggi», disse Deniece ad Alfeo e Marone, che lo tormentavano per conoscere le decisioni dello stato maggiore. «Non sono solo gli auspici tratti da Megista stamattina ad averlo convinto di ciò, ma anche il suo buon senso: dall’Artemisio è da poco giunta notizia che le navi nemiche non si sono ancora viste. Serse prova solo a intimidirci, come abbiamo fatto noi con le nostre piccole esibizioni».

I soldati, nel frattempo, si assiepavano lungo il muro focese, chi sugli spalti chi cercando di guardare dentro le feritoie, chi addirittura avventurandosi nella palude: tutti scrutavano l’orizzonte occidentale, per farsi un’idea del nemico che, per la prima volta, appariva loro nella sua imponenza. Perfino la sommità del Kolonos si riempì di uomini, così come le pendici più praticabili dei monti a fianco del muro. Altri ancora oltrepassarono lo sbarramento e raggiunsero gli arcadi che, da parte loro, continuavano imperterriti a eseguire i loro esercizi.

Tutti si chiedevano se quella macchia scura che vedevano in lontananza fosse l’intero esercito persiano o solo una parte, e quanto modesta fosse in rapporto al totale dell’armata. Da quella distanza, era perfino impossibile capire se vi fossero combattenti a cavallo, e in quale percentuale. Ciò favorì la diffusione di un timore angosciante per un nemico misterioso, ancora incerto nei suoi lineamenti e perciò ancor più temuto, a dispetto delle spacconate di cui uomini come Alfeo e Marone avevano dato prova nei giorni precedenti.



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