4810 by Paci Paolo

4810 by Paci Paolo

autore:Paci, Paolo [Paci, Paolo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Alpinismo
editore: Corbaccio
pubblicato: 2018-05-17T22:00:00+00:00


Gaston Rébuffat, nell’audacia c’è la magia

Non mi abituerò mai. Alla grandiosità, dico. Alla bellezza. Al mistero. Alzando gli occhi, in qualunque punto di Chamonix ci si trovi, il cielo è ritagliato nel preciso profilo delle Aiguilles contornate da gengive livide di ghiaccio. Alta sulle seraccate che si gettano esuberanti nella valle, si impenna l’Aiguille du Goûter, seguita dalla cresta brillante delle Bosses, e più alta di tutto, la cupola candida della vetta. Il tetto del tempio, freddo, grandioso, eterno. Per chi come me ha fatto professione di antiretorica, ogni volta è una sconfitta. Il Bianco è naturalmente retorico. Le sue forme sono enfatiche. Spigoli, pareti, rocce, ghiacci, sono pletorici. Mica come il Cervino, bello sì, ma quello è, e basta. Qui c’è una cima aguzza e svettante? Mettiamone un’altra, dieci altre. C’è una cresta? Raddoppiamola, triplichiamola. Che si inseguano, come cavalloni eccitati dal maestrale, che ci lascino senza fiato, senza più cuore né aggettivi né metafore. Così accanto ai Drus svetta la Verte e alla Verte si affiancano le Droites e le Courtes. Così il Grépon si accoppia ai Grands Charmoz. Le Aiguilles de Chamonix forano l’orizzonte come un mazzo di matite ben temperate, i ghiacciai confluiscono in un’unica fiumana e gli speroni possenti delle Grandes Jorasses si moltiplicano con furia seriale. La mia prosa non è sufficiente? Lasciamo allora la parola a Gaston Rébuffat, grande raccontatore di favole alpine: «C’era una volta sull’orlo del cielo un gran cupolone di neve che sovrastava tutte le cime e dominava la valle. Era la più alta di tutte: persino prima che gli scienziati la misurassero lo si sapeva, perché al mattino era la prima a essere raggiunta dai raggi del sole, che di sera si attardavano sui suoi pendii dopo aver abbandonato tutte le altre cime.

«Un po’ più tardi, quando scendeva la notte, la cupola sosteneva il firmamento e a volte una stella veniva a posarsi sulle sue creste e a vegliare con lei. Le nevi eterne sono fatte di polvere di stelle».



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