87° distretto una cartuccia di troppo by ED MCBAIN

autore:ED MCBAIN [MCBAIN, ED]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mndadori - I Classici del Giallo
pubblicato: 1980-01-15T00:00:00+00:00

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Giovedì era la vigilia di Ognissanti, perciò non accadde niente di nuovo né per un caso né per l'altro. La spiegazione è questa: la vigilia di Ognissanti ci sono gli spiriti e gnomi e streghe e folletti in circolazione nella dolce aria d'ottobre, tutti intenti a spargere polvere magica su tutto e tutti nel tentativo di fare, a modo loro, opera buona. Gli agenti investigativi dell'87° Distretto stavano tentando di fare la loro opera buona risolvendo quei due o tre delitti, ma non servì a niente, perché era la vigilia di Ognissanti. Perciò entrambi i casi rimasero fermi al punto in cui erano. D'altra parte quel giovedì, 31 ottobre, ci furono altre diavolerie di cui occuparsi.

Carella naturalmente sapeva che la vigilia di Ognissanti era né più né meno che il giorno precedente il giorno di Tutti i Santi, una festività religiosa celebrata il primo novembre, in onore appunto di tutti i santi. Inoltre sapeva che il giorno di Tutti i Santi qualche volta veniva chiamato Ognissanti (dato che «ogni» sta per «tutti»), e sapeva che la definizione «Vigilia di Ognissanti» era passata attraverso varie deformazioni etimologiche prima di diventare quella di adesso, parecchio lontana dalla definizione originale, ma cosa si può fare contro l'opera delle streghe e dei folletti?

A Carella il vecchio termine Vigilia di Tutti i Santi sembrava più religioso, più pio, ma la vigilia di Ognissanti, in America, era diventato tutto fuorché una ricorrenza pia. Quindi, il nuovo termine più sbrigativo, con quella contrazione di termini e la sua disinvoltura sintetica, rispondeva meglio al carattere ufficioso di una festa che con gli anni si era trasformata, da un capo all'altro della nazione, in una scusa per ogni sorta di scherzi maligni. Anche quando Carella era bambino si combinavano già scherzi su scherzi, ma allora erano di natura più bonaria. A quell'epoca si andava magari in giro per le strade, nell'aria dolce d'ottobre, con in testa un elmetto di cuoio, da aviatore della prima guerra mondiale, e in mano un pezzo di gesso colorato (o anche bianco, non aveva molta importanza, per quanto quello colorato desse maggior soddisfazione), oppure un'assicella strappata a una cassetta d'arance e colorata a un'estremità con un po' di gesso, oppure una calza riempita di farina. Lo scopo era quello di dare la caccia a qualcuno, preferibilmente una ragazza, e farle un segno sulla schiena con il gesso, o colpirla con l'assicella lasciandole contemporaneamente un segno sulla schiena, o colpirla con la calza ottenendo ugualmente il risultato di lasciarle un marchio sulla schiena. Poi si gridava «Ognissanti» e si scappava di gran carriera, ridendo. Anche la ragazza rideva. Ridevano tutti. Sì, in quel modo era molto più divertente, o per lo meno così sembrava a Carella nei suoi ricordi. Di sera i ragazzi facevano un enorme falò sulla strada principale, buttandoci sopra tutti i pezzi di legno scovati nei terreni non fabbricati, vecchi mobili e cassette ottenute, nel corso di una entusiasmante giornata di ricerche, dopo lungo supplicare, da questo o quel portinaio. Le fiamme

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