Al servizio segreto di Sua Maestà by Al servizio segreto di sua Maestà (edz.2024)

autore:Al servizio segreto di sua Maestà (edz.2024)
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2024-07-30T00:00:00+00:00

14

Sogni d’oro, incubi d’oro!

Erano le undici e nell’edificio c’era un silenzio di tomba. Con la dovuta attenzione per l’occhio nel soffitto, Bond seguì la procedura: andò in bagno, si mise a letto e spense la luce. Lasciati passare dieci minuti, scese silenziosamente dal letto e indossò i calzoni e la camicia. A tastoni introdusse l’estremità della linguetta di plastica nella fessura della porta, trovò lo scrocco e premette piano. L’orlo della plastica incontrò la curvatura dello scrocco e lo fece scivolare indietro. A quel punto gli bastò spingere un poco, e la porta si aprì. Restò in ascolto, gli orecchi tesi come un animale. Poi, con cautela, sporse la testa. Il vuoto del corridoio si spalancò davanti a lui. Bond sgusciò fuori, chiuse silenziosamente la porta, fece qualche passo verso la Numero Tre e girò piano la maniglia. Dentro era buio, ma sentì muoversi nel letto. Ora doveva evitare il clic mentre chiudeva! Prese la linguetta e la appoggiò allo scrocco, tenendola nella cavità. Quindi chiuse a poco a poco, ritirando delicatamente la plastica. Lo scrocco andò al suo posto senza rumore. Poi, un sussurro dal letto: «È lei?». «Sì, tesoro». Bond si spogliò e, presumendo una topografia identica a quella della sua stanza, camminò con prudenza fino al letto e si sedette sull’orlo.

Una mano dal buio lo sfiorò. «Ooh... non hai niente addosso!».

Bond prese la mano e risalì il braccio con la sua. «Nemmeno tu» bisbigliò. «Come è giusto, d’altronde».

Con cautela, si stese sul letto e posò la testa sul cuscino accanto a quella di lei. Notò con un sussulto di piacere che gli aveva lasciato lo spazio. La baciò, prima dolcemente, poi con impeto. Il corpo di lei ebbe un fremito. La sua bocca cedette, e quando la mano di Bond cominciò a esplorare, gli mise le braccia intorno al collo. «Ho freddo». Bond assecondò la bugia levando da sotto di sé l’unico lenzuolo per coprire entrambi. Ora il calore e la morbidezza dello splendido corpo di Ruby erano tutti per lui. Bond si accostò. Trascinò le unghie della mano sinistra sull’addome piatto della ragazza. La pelle vellutata palpitò. Ruby diede un piccolo gemito, gli prese la mano e la trattenne. «Mi ami un pochettino?».

Quella terribile domanda! Bond sussurrò: «Penso che tu sia adorabile e bellissima. Vorrei averti incontrata prima».

Queste parole logore e insincere sembrarono sufficienti. Ruby ritrasse la mano che lo tratteneva.

I suoi capelli profumavano di erba appena tagliata, la sua bocca di Pepsodent, e il suo corpo di talco per bambini. Fuori si alzò una brezza notturna che stormiva intorno all’edificio dando un tocco di dolcezza in più, un tocco di calore, perfino di intimità, a quello che era solo un atto di passione fisica. C’era stato piacere in quello che era successo e infine, quando giacquero in silenzio l’una nelle braccia dell’altro, Bond sapeva, e sapeva che la ragazza sapeva, che non avevano fatto niente di sbagliato, non si erano fatti male in alcun modo.

Dopo un po’ Bond le bisbigliò tra i capelli: «Ruby».

«Mmmm».

«A proposito del tuo cognome.

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