I fuochi di Azeroth by Carolyn J. Cherryh

I fuochi di Azeroth by Carolyn J. Cherryh

autore:Carolyn J. Cherryh [Cherryh, Carolyn J.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Editrice Nord
pubblicato: 2013-02-05T16:00:00+00:00


CAPITOLO DECIMO

Spinsero i cavalli fino al limite, ed era ormai buio quando finalmente si fermarono... un accampamento senza falò, che avrebbero lasciato prima dell'alba. Vanye scivolò giù di sella tenendosi ai finimenti del cavallo, prese il suo equipaggiamento e si portò zoppicando al fianco di Roh, passando a testa china in mezzo agli uomini. Pensò che se uno di essi avesse cercato di mettergli le mani addosso, si sarebbe rivoltato con estrema violenza e avrebbe ucciso quell'uomo... Ma era una follia, e lo sapeva. Sopportò che uno degli uomini spingesse deliberatamente il cavallo nel passargli accanto, e tenne la testa abbassata come aveva detto Roh... assumendo l'umiltà di un ilin come un indumento.

Quando infine raggiunse il fianco di Roh, buttò giù il suo zaino e rimase in piedi, siccome sarebbe stato doloroso tornare ad alzarsi una volta giù. — Vorrei cambiarmi d'indumenti — disse.

— Anch'io. Fallo pure.

Si sfilò i paludamenti hiua con disgusto, e rimase solo in brache e camicia... shiua, un tessuto dalla trama sottile. Si mise addosso il giaccone imbottito per proteggersi dal gelo, e rifletté per brevi istanti se dovesse mettersi anche la cotta di maglia, ma le sue spalle irrigidite lo fecero decidere altrimenti. Si limitò ad avvolgersi nel mantello. E anche Roh si sbarazzò del travestimento; s'interruppe nel farlo per dare ordini a Fwar.

— Ci serviranno delle sentinelle che sorveglino l'orizzonte in tutte le direzioni. Senza alcun dubbio ci sono cavalieri shiua dietro di noi: ma potrebbero anche essercene alcuni che stanno tornando dai margini della foresta, e non possiamo rischiare neanche un simile incontro.

Fwar produsse un suono che avrebbe potuto essere un assenso, si girò e con il piede agganciò la gamba buona di Vanye.

Vanye finì lungo disteso per terra, con il ginocchio avvolto da un dolore torrenziale: rotolò su se stesso e cercò in qualche modo di rialzarsi, ma Roh era balzato in piedi nel medesimo istante, con la spada sguainata. — Fallo di nuovo — esplose rivolto a Fwar, — oppure soltanto mettigli le mani addosso, e ti staccherò la testa dal collo.

— Per costui?

Vanye infine riuscì ad alzarsi, con uno sforzo, ma Roh gli appoggiò una mano sul braccio e lo spinse indietro, gli si rivoltò contro quando lui resistette e lo colpì con forza sul viso. — Stai perdendo il controllo. La pazienza di Morgaine era ben maggiore della mia. Causami dei guai, e ti darò a loro.

Per qualche istante la rabbia lo accecò; ma poi comprese, chinò la testa e si lasciò ricadere al suolo, e per sicurezza eseguì l'atto di obbedienza completo di un ilin, anche se gli riuscì goffo a causa della gamba irrigidita. Poi si sedette a testa china. Ciò divertì enormemente gli hiua. Non reagì alle loro risate che, per quanto sgradevoli fossero, alleggerirono l'atmosfera.

— È un ilin — disse Roh. — Non è nelle antiche canzoni. Forse vi siete dimenticati di questa tradizione; ma lui non è un uomo libero. È un fuorilegge... il servo di Morgaine, niente di più. Secondo la legge di Andur, di chiunque versi il sangue, non è lui il responsabile: la colpevole è Morgaine.



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