Il diavolo mi ha venduto l'anima by Cristina Scabbia

Il diavolo mi ha venduto l'anima by Cristina Scabbia

autore:Cristina Scabbia [Scabbia, Cristina]
La lingua: ita
Format: epub
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2024-10-10T12:00:00+00:00


8

«The sliding door»

ERA un po’ che non mettevo ordine nel mio studio.

Ve l’ho già detto che sono un’accumulatrice seriale? Tutto ciò che entra in questa casa è destinato a non uscirne. È più facile che prima o poi sia io a essere sfrattata dagli oggetti che mi circondano (alcuni di questi, tipo certe statue di personaggi presi da questo o quel videogame, se dovessero prendere vita sarebbero piuttosto convincenti). C’è però un lato positivo, in questa mia mania: molte cose, invece di perdersi nel tempo, a tempo debito riaffiorano. E sono come biglietti magici per un fugace viaggio nei ricordi lontani.

Oggi, per esempio, ho ritrovato un fax datato 1996, arrivato da Century Media, la nostra casa discografica sin dal primo giorno nel music business. Ai tempi ricevevo i fax nel negozio in cui lavoravo, il Bela Lugosi (dal nome dell’attore che un centinaio di anni fa interpretò lo storico Dracula). Era di proprietà di mio fratello Alberto, e negli anni Novanta era una tappa obbligata perché è stato il primo negozio italiano a importare gli anfibi Dr. Martens e le creepers adorate dai rockabilly. In un’epoca in cui non esistevano gli smartphone e Internet era ancora un miraggio lontano, un’attività come quella di Alberto si metteva in contatto col resto del mondo via telefono e fax. Peraltro, comunicare con l’estero aveva costi notevoli, non era la passeggiata di salute a cui siamo abituati oggi. Quel fax si mise a sfornare diverse proposte contrattuali, del tutto inattese, e qualche rifiuto (li conservo ancora, e a volte mi chiedo se alcune di quelle etichette si siano pentite, in seguito, di averci rimbalzato).

Quel giorno di metà anni Novanta, invece, il fax stava producendo una lista di un centinaio di tentativi, volti a trovare il nome definitivo per la band. Ci chiedevamo ancora dove potessimo andare, noi che abitavamo in un Paese dai gusti molto lontani dai nostri, senza che altri progetti avessero in precedenza spianato la strada. D’accordo, eravamo stati «Gruppo del mese» in alcune riviste di settore e avevamo ricevuto ottimi giudizi, ma varcare i confini era tutta un’altra storia. Un salto nell’ignoto.

Il nostro demo era stato impacchettato e spedito in giro per l’Europa. Conteneva due brani incisi su una musicassetta, una biografia striminzita e uno scatto che forse ai tempi poteva anche fare un certo effetto, visto che ci eravamo affidati a un amico fotografo di moda. Quel demo era finito sulla scrivania di uno dei talent scout della Century Media ed era stato apprezzato dai boss. Uno dei due, Oliver Withöft, aveva fatto di tutto per incontrarci di persona e manifestare il suo concreto interesse nei nostri confronti.

L’appuntamento si tenne proprio da Bela Lugosi, durante una pausa pranzo. In quella circostanza conoscemmo Valerie, che accompagnava Oliver al meeting in qualità di label manager italiana di Century Media. Certe cose fanno davvero dei giri immensi e poi ritornano: Valerie è diventata poi la nostra manager (una volta fondata l’agenzia Spin-Go!), mentre quel pomeriggio era lì soprattutto per aiutare Oliver come interprete, visto che è italo-americana.



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