Metropolis by Ben Wilson

Metropolis by Ben Wilson

autore:Ben Wilson [Wilson, Ben]
La lingua: eng
Format: epub
editore: il Saggiatore
pubblicato: 2021-06-24T22:00:00+00:00


10. La sindrome di Parigi

Parigi, 1830-1914

Nel 2006 la Bbc fece un servizio su una misteriosa malattia moderna. Ogni anno si registrava una dozzina di casi di turisti giapponesi che dovevano essere evacuati da Parigi. Queste persone per gran parte della loro vita avevano sognato gli scenari romantici e idealizzati della capitale francese e la realtà che si trovavano di fronte, fatta di parigini indifferenti, boulevard sovraffollati, stazioni della metropolitana sporche e camerieri sgarbati era uno shock tale da provocare in loro un «tracollo psicologico». L’ambasciata giapponese aveva creato un numero verde attivo 24 ore su 24 per connazionali affetti da questa sindrome.1

Ero pronto a ridere di questa malattia, trattandola alla stregua di una leggenda metropolitana, finché non lessi di una crisi mentale analoga in cui era incorso Sigmund Freud. «Parigi era stata per tanti anni la meta dei miei desideri» scriveva nel 1885, «e la gioia con cui ho messo piede sul suo suolo per la prima volta è stata per me la garanzia che anche altri desideri si sarebbero realizzati.» L’euforia si dissipò rapidamente: nel primo giorno in città riuscì a stento a trattenersi dallo scoppiare a piangere per strada, tanto si sentiva solo e deluso. L’affollamento era terrificante, i parigini erano arroganti e inaccessibili. Freud fu preso da manie paranoiche: controllava le tende intorno al letto, nella sua camera d’albergo, per assicurarsi che non contenessero arsenico.2

Oggi, quasi 18 milioni di persone vengono in pellegrinaggio a Parigi dall’estero ogni anno, iniettando collettivamente 17 miliardi di dollari nella sua economia e dando lavoro al 18 per cento della popolazione. Solo Bangkok (21 milioni) e Londra (20 milioni) hanno più visitatori esteri. In un qualsiasi momento dell’anno ci sono cinquantamila turisti stranieri sui boulevard. Sono parte di un pellegrinaggio che ha una lunga tradizione storica. Ancora prima dell’avvento del turismo di massa, negli anni sessanta dell’Ottocento, Parigi già accoglieva ogni anno centomila visitatori stranieri. Ne La vie parisienne di Jacques Offenbach, il coro è composto da turisti: «Invaderemo la città sovrana» cantano, «il soggiorno del piacere».

L’americana Emma Willard arrivò nella capitale francese in carrozza una notte di novembre del 1830 e non riusciva a dormire da quanto era eccitata. Quando le dissero che era arrivata, «cercai invano […] gli oggetti imponenti che mi ero immaginata». La sua prima esperienza di Parigi fu l’attesa mentre i suoi bagagli venivano perquisiti dai funzionari della dogana. «Eravamo in mezzo allo sporco e al disordine, affaticati, senza nemmeno un posto per sederci; e strani occhi sembravano fissarci.» Quelle strade tetre «non avevano niente in comune con l’elegante Parigi della mia immaginazione».3

Nel xix secolo la grande cattedrale di Notre-Dame condivideva gli spazi della minuscola Île de la Cité con circa quindicimila lavoratori poveri che vivevano nello squallore e nel sovrappopolamento di abitazioni vecchie. Quasi ovunque, nella metropoli, cresceva il numero di persone stipate dentro spazi sempre più ridotti. Le vie e le stradine di Parigi, così buie, fredde e umide, facevano pensare «ai percorsi tortuosi che scava un insetto dentro un pezzo di frutta». Sovraffollata e



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