Un tram per la vita by Tea Ranno

autore:Tea Ranno [Ranno, Tea]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2022-12-19T12:00:00+00:00

11

Arriviamo a casa di zia Sara verso le dieci. Lei ha sposato Giorgio Proietti, che è di famiglia cattolica, perciò vivono a Borgo, in Vaticano.

Quando papà mi vede, non crede che sono io in carne e ossa. Allunga una mano per toccarmi, mi sfiora i capelli e le guance. – Se’ te, pe’ davero? – domanda. Poi mi abbraccia così forte da farmi male. Quando mi lascia andare, m’accorgo che ha gli occhi come pomodori, è da due giorni che piange. Mi chiede come ho fatto a salvarmi. Gli racconto tutto, ma proprio tutto, da quando sono cominciati gli spari a quando mamma è scesa per andare a Termini e avvertirlo di non tornare al ghetto.

– È tutta colpa mia – mormora. – Le avevo detto di venire a casa, di prendere voi figli e correre a Testaccio, dove vi avrei raggiunti. Se l’avessi trattenuta, adesso non ci starebbe su quel camion.

– No, – ribatto io – sarebbe tornata al ghetto. Non avrebbe cercato di salvarsi sapendo che noi eravamo in pericolo. Non l’avrebbe mai fatto.

Non sto dicendo una menzogna per levargli dal petto un poco di dolore. Davvero sarebbe andata così, la conosco troppo bene mia madre per non sapere che avrebbe perfino litigato se lui avesse cercato di trattenerla, perché noi figli siamo per lei la cosa più importante della vita.

Papà mi guarda fisso. I suoi occhi, che prima erano un pozzo di dolore, diventano dubbiosi, poi, piano piano, si riempiono di una specie di sollievo: non è colpa sua se Ginotta è tornata al ghetto, ci sarebbe tornata comunque. Si soffia il naso. – Raccontami tutto dal principio. Che ore erano quando il tedesco l’ha presa?

– Più o meno le cinque e mezza.

– Chi c’era con lei sul camion?

– Settimia con sua madre e le sue sorelle… Pure Mosè, ora che ci penso.

– Come ha fatto a buttarti fuori dal camion?

– Non lo so. Me ne stavo come imbambolato: la volevo salvare, ma non sapevo come. Lei era arrabbiata, diceva che m’ero cacciato in bocca a Jonàv… Per un attimo non ho capito niente, e in quel momento, non so come, lei m’ha buttato fuori e mi sono ritrovato per strada.

– E poi? Ch’è successo poi?

Gli racconto di via di Sant’Ambrogio, del tedesco distratto dalla vacca, della casa di Anna, del secondo camion che c’era al Portico d’Ottavia. Parlo con lui e mi sembra di rivivere tutto, come in un film. E lo sto rivivendo così bene che il cuore prende a battermi forte forte, come quando corri velocissimo per non farti acchiappare. Zia m’interrompe, mi dice di calmarmi, di bere un poco d’acqua. Ubbidisco perché ho il fiato grosso e parlare mi viene difficile.

Riprendo da Monte Savello, mi vedo mentre cammino, gli occhi bassi, le mani nelle tasche, la pioggia nei capelli, lungo la schiena, dentro le scarpe.

– E poi? – domanda papà.

Piglio fiato, un altro sorso d’acqua: – Poi sono salito sul tram. E ci sono rimasto fino a stamattina, quando Davide m’ha detto che voi eravate qui a Borgo.

scaricare

Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.