A cavallo del destino by Constanza Chesnott

autore:Constanza Chesnott [Constanza Chesnott]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-02-03T23:00:00+00:00

Capitolo 13

Dopo un’intensa giornata di ricerche e una schermaglia in cui i fuggitivi avevano ferito uno dei soldati ed erano scappati di nuovo abbandonando i propri cavalli, la compagnia del capitano Ayamonte e i neofiti volontari erano riusciti a mettere alle strette i fuggiaschi nella foresta. Questi si erano nascosti dietro alcune grandi rocce sulle rive del fiume Salinas, armati di frecce e di un paio di moschetti che avevano rubato alla missione.

Juan Lorenzo si rivolse loro a voce alta: – Se vi arrenderete, farò in modo che vi venga risparmiata la punizione! Se persisterete nella resistenza, riceverete la condanna più severa!

I neofiti risposero scagliando frecce contro il capitano, protetto dal tronco di una robusta quercia. A un cenno del capo di Ayamonte, i suoi uomini, divisi in due gruppi, avanzarono riparandosi dietro gli alberi, stringendo l’assedio intorno al gruppo di fuggitivi. Quando furono posizionati dove li voleva il capitano, cominciarono a sparare ogni volta che uno dei fuggiaschi faceva capolino tra le rocce. Non avevano scampo: non restava loro che arrendersi o gettarsi nel fiume.

Per una lunga ora, i due schieramenti rimasero in uno stato di tensione e la situazione non cambiò. Otón Avendaño, che faceva parte dei soldati, si avvicinò allo zio per discutere la strategia; cominciava a stancarsi.

– Mandate dei volontari a sgozzarli. Sono silenziosi, possono raggiungerli prima che reagiscano. Potrebbero anche arrampicarsi sugli alberi e cercare di colpirli sparando dall’alto.

– Ho promesso a padre Amador che li avrei riportati alla missione sani e salvi.

– Be’, non ho intenzione di stare qui una settimana ad aspettare che quei pidocchiosi svengano per la fame. Abbiamo cose più importanti da fare. Stasera c’è la cena del governatore, e sappiamo entrambi che è della massima importanza accattivarsi i suoi favori.

Ayamonte annuì, pensieroso.

– Va bene. Dai l’ordine di andare in avanscoperta, ma di’ che sparino per ferire, e che facciano attenzione alla donna.

Due dei volontari, Pedrito e Sinforoso, entrarono nel fiume e, nascosti tra i cespugli lungo la riva, avanzarono uno per sponda fino a trovarsi alle spalle dei fuggitivi. Con molta cautela, si avvicinarono lentamente nell’erba alta, mentre l’intenso mormorio del flusso d’acqua copriva i loro movimenti. Alle estremità delle rocce erano posizionati due dei fuggiaschi, con i moschetti puntati. In cima alle enormi pietre, altri due neofiti difendevano la posizione con archi e frecce.

Micaela e Luisiño, con altri tre uomini dalla pelle scura, aspettavano tesi l’esito delle ostilità. I volontari strisciarono lentamente fino a quando non furono usciti completamente dal fiume e, gettando un grido come segnale, si scagliarono sugli indios che brandivano i moschetti, mentre i soldati attaccavano contemporaneamente sul fronte anteriore, sparando e correndo tra gli alberi. La foresta si riempì di fragore e fumo. Luisiño si chinò su Micaela per proteggerla.

Pochi minuti dopo, quattro dei fuggitivi giacevano senza vita sull’erba, altri due erano stati feriti e l’ultimo si era gettato nel fiume e stava scappando sotto al fuoco dei nemici. Solo Micaela e Luisiño ne erano usciti indenni, perché erano gli unici senza armi e si erano riparati dietro la roccia.

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