A est di Desolation by Jack Higgins

A est di Desolation by Jack Higgins

autore:Jack Higgins
La lingua: ita
Format: mobi
editore: Mondadori
pubblicato: 2014-08-06T22:00:00+00:00


10

Erano quasi le sei e trenta quando il mattino dopo raggiunsi a piedi l’aeroporto per ritirare il rapporto meteorologico. Non che ne avessi bisogno, era chiaro che sarebbe stata una bella giornata, lo intuivo dal modo in cui dal tranquillo specchio di mare si levavano volute di nebbiolina e dai contorni netti delle montagne che si stagliavano contro il cielo, una sensazione questa che poteva venire solo dall’esperienza. Ma ormai ero diventato un vecchio abitante della Groenlandia e questo fatto mi dava la netta sensazione di appartenere a questo ambiente in un modo che non avevo più provato per parecchi anni.

Mentre tornavo dalla torre di controllo presi una scorciatoia, passando davanti ai due hangar di cemento che avevano costruito gli americani durante la guerra. C’era una jeep all’esterno di quello usato da Arnie e, mentre mi avvicinavo, la porticina inserita nelle grandi ante scorrevoli si aprì e da essa uscì, accompagnato da Arnie, il meccanico capo, un canadese di nome Miller. I due parlarono insieme per un po’, poi Miller salì sulla jeep e si allontanò.

Arnie si voltò e mi vide. C’era qualcosa che non andava, lo si capiva al solo guardarlo, perché, come succede alla maggior parte degli estroversi, le contrarietà sembravano avere un effetto fisico su di lui.

- Che c’è? - gli chiesi avvicinandomi.

Non si curò di rispondermi, si limitò a riaprire la porticina e entrò nell’hangar. Io lo seguii. Alla debole luce che filtrava all’interno si vedeva l’Aermacchi accucciato come un animale ferito, in parte appoggiato sul ventre, in parte inclinato su un’ala. Entrambi gli sci erano stati spezzati e il carrello gravemente danneggiato. L’autore del misfatto era ancora sulla scena del delitto, un vecchio Bedford da tre tonnellate di servizio all’aeroporto e che ovviamente era stato mandato a sbattere contro l’aereo.

- Cos’è successo? - chiesi.

- Non ne ho la minima idea. Quando sono arrivato stamattina l’ho trovato così. Sai anche tu che non c’è nessun sorvegliante di notte. Miller pensa che sia stata opera di qualche ubriaco che è salito sul camioncino per scherzo e ha finito per combinare questo disastro.

- Certo, e i porci possono anche volare - dissi io.

Ci fu un lungo silenzio pieno di significato in cui ci limitammo a fissarci a vicenda poi per un istante ebbi la distinta impressione che volesse dirmi qualcosa, qualunque cosa fosse, ma quel momento passò.

- Miller ha provveduto a chiamare la grossa gru. Fra poco lo tireremo su.

- E per le riparazioni?

- Dice che dovrebbero essere in grado di effettuarle qui in un paio di giorni, non più.

- In un paio di giorni possono succedere un sacco di cose, Arnie - gli dissi.

Si mise a ridere allegro. - Vorrei proprio sapere di cosa stai parlando, Joe.

- Anch’io - gli risposi. - Comunque adesso devo andare.

- Mi fermai un attimo mentre stavo aprendo la porticina e mi voltai. - Se trovi ancora dei sassolini come quello che hai dato ieri sera a Ilana sulla spiaggia tienimene via qualcuno anche per me. È ora che cominci anch’io a pensare alla pensione.



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