AA.VV. by Campioni di vita (2015)

autore:Campioni di vita (2015)
Format: epub

8.

Canottiere & musicista per educare anima & corpo

LORENZO PORZIO. Pianista, concertista, compositore e direttore di orchestra, è anche un grande atleta: canottiere, ha vinto nel 2002 il titolo di campione del mondo under 23 nel quattro e la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004. Per i suoi meriti è stato nominato Cavaliere della Repubblica.

«L’educazione fisica e l’insegnamento musicale hanno costituito per centinaia d’anni le fondamenta dell’educazione classica dei giovani, oggi invece nelle scuole si fa poco dell’una e praticamente niente dell’altro». A parlare è Lorenzo Porzio, campione nel canottaggio: un oro e un argento ai mondiali under 23; un oro, quattro argenti e un bronzo nella competizione della Coppa del Mondo; diciotto ori, quattro argenti e due bronzi ai campionati italiani.

Ma Porzio non è solo un grande protagonista di canottaggio: è anche un pianista, concertista, compositore e direttore d’orchestra. Per lui il binomio tra sport e musica contribuisce allo sviluppo del corpo e dell’anima. Ma prima di tutto, spiega, occorre essere sempre dei sognatori, anche a occhi aperti, perché «per raggiungere grandi obiettivi bisogna avere dei desideri da realizzare, e tanto più essi sono grandi e importanti, quanta più forza riusciamo a sviluppare... In allenamento, quando c’è da stringere i denti, soffrire, faticare, superare limiti, noi atleti rincorriamo un sogno ed è da quello che riusciamo a trarre la nostra forza».

Certo – ha aggiunto – il sogno è un’arma a doppio taglio: «da una parte può moltiplicare le energie, dall’altro può farti perdere il senso della realtà». Infatti, motivi di età o infortuni possono costringere un atleta a interrompere l’attività agonistica, che di media dura tre quadrienni olimpici: tra i dodici e i quindici anni. In particolare, gli sport di prestazione come il canottaggio, il nuoto e l’atletica, sono attività che logorano. «Per questo motivo io raccomando sempre ai giovani di non sacrificare tutto sull’altare dell’attività sportiva, ma di coltivare anche altre passioni. Già in giovane età bisogna provare a “sognare” anche delle attività diverse dall’impegno agonistico. Per la realizzazione dell’individuo e la formazione di una persona è importante che ci sia qualcosa d’altro, e non solo dal punto di vista economico e lavorativo».

A maggior ragione se uno è bravo e ha successo nello sport: «Se fino a trentacinque anni sei stato il numero uno in una disciplina sportiva, poi ti riesce difficile scendere dal piedistallo e diventare un “Signor Nessuno”, perché ogni nuova attività necessita del tempo per conoscerla e praticarla. Dal punto di vista psicologico il passaggio può essere ruvido e difficile. Per questo motivo, quando sento dei genitori dire: “Mio figlio fa sport a livello agonistico, quindi non può studiare”, provo una viva preoccupazione».

Porzio può testimoniare che l’impegno, il lavoro, la passione e la determinazione possono portare lontano. «Per quanto mi riguarda, mi considero fortunato perché fin da bambino ho capito qual era la mia strada e sono andato dritto come un treno». Ci vuole, però, l’impegno dei genitori per far comprendere a un figlio che la pratica sportiva, sia che questi divenga un campione oppure no, lo accompagnerà per un lasso di tempo relativamente breve.

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