Ad Hammamet by Mario Pacelli

Ad Hammamet by Mario Pacelli

autore:Mario Pacelli [Pacelli, Mario]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Una storia emblematica per capire l’attualità politica
editore: Graphofeel
pubblicato: 2019-12-17T23:00:00+00:00


GHEDDAFI E L’ONDA LUNGA

Forse Craxi nei sui sospetti aveva ragione e torto nello stesso tempo. I fatti di Sigonella, più che determinare comportamenti del Governo degli Stati Uniti, turbarono il rapporto di fiducia che quel Governo aveva riposto in Craxi: era difficile rendersi conto della validità delle ragioni che avevano indotto un fidato alleato a impedire l’esercizio di quello che essi ritenevano una giusta risposta a un’offesa ricevuta.

È dunque possibile che una collaborazione d’oltreoceano all’offensiva anticraxiana vi sia stata, così come è possibile che quella collaborazione, se ci fu, venne causata più che dall’episodio di Sigonella, dall’avvertimento dato da Craxi a Gheddafi del prossimo bombardamento americano a Tripoli (4 aprile 1986), una notizia che consentì al leader libico di sfuggire appena in tempo alle bombe a lui destinate.

Craxi rifiutò, come fece anche la Francia, di concedere l’uso delle basi aeree in territorio italiano per il decollo di aerei che avrebbero bombardato la Libia perché riteneva che la morte violenta di Gheddafi a opera degli Stati Uniti avrebbe avuto una serie di conseguenze negative nel bacino del Mediterraneo (come di fatto poi avvenne), a tutto danno degli interessi italiani tra cui, non secondari, quelli nel settore petrolifero: non poteva certo pretendere che gli Stati Uniti, per i quali Gheddafi era il nemico da abbattere anche in funzione degli interessi israeliani, fossero d’accordo.

Bettino aveva tenuto molto alla sua opera mediatrice tra gli opposti schieramenti nel Mediterraneo: Sigonella e l’avvertimento a Gheddafi furono forse ritenuti dagli Stati Uniti, o più esattamente da alcuni ambienti statunitensi, due incidenti di percorso: nessuno stupore, se così fu, che da ciò siano poi derivate conseguenze non positive per Craxi. Da questo non sembra potersi far derivare la (possibile) esistenza di un piano americano o israeliano per estromettere Craxi dalla scena politica. L’Italia, un paese di più di sessanta milioni di abitanti, con (almeno finora) solide strutture istituzionali, e una magistratura criticabile quanto si voglia ma certamente non asservita né asservibile a interessi di altri Paesi, non sembra proprio essere il terreno più adatto per operazioni del tipo di quelle compiute, a quanto si legge, dalla CIA in alcuni Paesi dell’America latina.

Il potere politico in Italia è troppo frammentato per essere strumentalizzato da un’organizzazione o da un Paese straniero al fine di colpire una classe politica, o anche una sola parte di essa: a dimostrarlo sta del resto la vicenda della loggia massonica P2 che, malgrado i mezzi e le complicità che aveva anche nell’apparato pubblico, non riuscì a realizzare quei fini di ribaltamento delle istituzioni che si proponeva. La CIA e le organizzazioni analoghe – in Europa in generale, e in Italia soprattutto – sembrano avere sempre svolto un’attività di vigilanza degli interessi statunitensi e di controllo, più che di intervento attivo, se non in casi del tutto eccezionali e per impedire che certi eventi avvenissero (come il golpe di Junio Valerio Borghese nel 1970). Non è tuttavia da escludersi che qualche venatura del potere politico statunitense ritenesse che la classe dirigente in Paesi largamente pervasi dalla corruzione non fosse difendibile e andasse sostituita, come accadde anche in Giappone (1993).



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