Aden Arabia (Italian Edition) by Paul Nizan

Aden Arabia (Italian Edition) by Paul Nizan

autore:Paul Nizan [Nizan, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni dell'Asino
pubblicato: 2018-03-01T23:00:00+00:00


10.

Una volta esaurite le novità delle terre e dei volti, diventati comuni i colori, sbiaditi i paesaggi, cercar di comprendere Aden non è più una cosa impossibile.

Aden è un nodo che serra molte corde: non ci volevano poi tanti mesi per esaurire il pittoresco di questo Oriente e intuire le forze che tendevano le funicelle e stringevano fortemente il nodo. Aden è l’incontro di parecchie vie marittime, di quelle vie contrassegnate da fari e isolotti irti di cannoni, una maglia della lunga catena che mantiene intorno al mondo i profitti dei mercanti della City: un ancoraggio pieno di segnali mortiferi, il riscontro di Gibilterra.

Era esattamente quel periodo dell’anno in cui i depositi di truppe europee fornivano soldati per incrementare l’incivilimento dei cinesi. Un’economia mal regolata comincia sempre dagli altri.

C’era pericolo di una rivoluzione verso le foci ramificate dei fiumi del Kuang Tung, e allora le navi passavano dalla parte delle alte terre asiatiche; i trasporti di truppa, i cacciatorpediniere dal muso di pescecane si ancoravano di fronte alla costruzione gotica della dogana; gli uomini dell’equipaggio prendevano il fresco sulla pista di lancio della portaerei. Ad Aden i battaglioni uscivano dalle caserme come vespe da un vespaio, il silenzio s’insediava al circolo del secondo reggimento Devon, che io vedevo dalla mia finestra: finite le band-nights, dove l’orchestra suonava il God Save the King e la Marsigliese che dovevano suscitare echi docili e ignobili nel cuore dei negozianti di caffè e di petrolio! Si leggevano, per aver notizie della Cina, i dispacci dell’Eastern.

Questi accessori bastano forse a indicare la portata della vita degli uomini in Aden.

Ecco quel che c’era da capire: Aden era un’immagine assai ristretta di nostra madre Europa: era un concentrato di Europa. Alcune centinaia di europei, stipati in uno spazio angusto come un bagno, cinque miglia di lunghezza, tre miglia di larghezza, riproducevano con straordinaria precisione i disegni che compongono su più larga scala le linee e i rapporti della vita nelle terre occidentali. Il levante riproduce e commenta il ponente.

Ci sta sotto gli occhi una specie di pianta che traduce fedelmente il suo modello, come i portolani del Rinascimento e i disegni simbolici eseguiti dalla pazienza dei monaci nei monasteri buddisti.

Tutto quel che annacquava la soluzione evaporata, tutto è decantato fino all’essenza: ne rimane un residuo irriducibile, descrivibile e secco.

Il piccolo numero di uomini cacciatisi nelle cinghie di trasmissione di questa macchina ancora complessa permette qui di afferrare il significato della vita europea tanto spesso dissimulata dalla moltitudine degli attori e dell’interferenza delle loro trame. Comprendere le leggi di un siffatto macchinario, la sorgente della sua forza motrice, sembra una cosa veramente importante a un giovane che cominci goffamente e dopo un piccolo numero di vagabondaggi senza importanza, a intravedere la meta verso cui non spetta che agli uomini di dirigere i propri passi. Queste persone recitano le proprie parti nel mezzo di piccoli drammi aneddotici che rappresentano, secondo il sistema del teatro delle ombre, i movimenti modello della vita dell’uomo civile: le parti sono guidate da



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