Aforismi e pensieri by Franz Kafka

Aforismi e pensieri by Franz Kafka

autore:Franz Kafka [Kafka, Franz]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2021-06-23T22:00:00+00:00


2 A questo punto è inserita la frase seguente: «Il serpente, col suo consiglio, non ha compiuto l’opera che a metà; adesso deve cercare di falsificare ciò che ha fatto: deve, nel vero senso della parola, mordersi la coda».

Quarto quaderno in ottavo

Accollandoti una responsabilità troppo grande, o meglio una responsabilità purchessia, tu finisci per schiacciarti. La prima forma d’idolatria fu certo il terrore delle cose, e, a ciò connesso, il terrore della necessità delle cose, e, a ciò connesso, il terrore della responsabilità per le cose. Tale responsabilità apparve così enorme, che non si osò nemmeno addossarla a un unico Ente extraumano, perché la mediazione di un Ente solo non avrebbe alleggerito abbastanza la responsabilità umana, i rapporti con un Ente solo sarebbero stati ancor troppo lordi di responsabilità, perciò venne attribuita ad ogni cosa la responsabilità di se stessa, più ancora: venne attribuita alle cose una relativa responsabilità per lo stesso uomo. Si fabbricavano contrappesi su contrappesi, quel mondo così primitivo fu il più complicato che si sia mai visto, la sua ingenua primitività si sfogava soltanto nella consequenzialità più brutale.

Se ti vengono accollate tutte le responsabilità, puoi approfittare del momento e lasciarti opprimere dal loro peso; ma se invece tenti di sopportarle, vedrai che non ti è stato accollato un bel niente, ma che quella responsabilità sei tu stesso.

Atlante avrebbe potuto pensare che, quando lo volesse, non aveva che da lasciar cadere il globo terrestre e andarsene; più di quest’idea, però, non gli era permesso di avere.

Il silenzio apparente nel quale si susseguono i giorni, le stagioni, le generazioni, i secoli è come uno stare in orecchi; allo stesso modo trottano i cavalli davanti alla carrozza.

31 gennaio. Lavori di giardinaggio, vicolo cieco.

Una lotta in cui le spalle non ci vengono coperte in nessun modo e in nessuna fase. E benché lo si sappia, si torna sempre a dimenticarlo. E anche se non lo si dimentica, si cerca pur sempre la copertura, per riposare un po’ in quella ricerca, anche se sappiamo che ci costerà cara.

1° febbraio. Lettere di Lenz.

Per l’ultima volta psicologia!

Due compiti per chi inizia la vita: restringi sempre più la tua cerchia e controlla di continuo se, per caso, tu non ti nasconda in qualche parte al di là del tuo limite.

2 febbraio. Lettera di Wolff.

Il male, a volte, ti sta in mano come uno strumento; che tu l’abbia riconosciuto o no, se vuoi puoi metterlo da parte senza ch’esso si opponga.

Le gioie di questa vita non sono sue, ma sono la nostra paura di ascendere a una vita superiore; i tormenti di questa vita non sono suoi, ma sono i tormenti che infliggiamo a noi stessi per via di quella paura.

4 febbraio. Per lungo tempo a letto, insonne, prendo coscienza della lotta.

In un mondo di menzogna, la menzogna non viene bandita dal mondo nemmeno attraverso il suo contrario, bensì attraverso un mondo di verità.

Il dolore è l’elemento positivo di questo mondo, anzi è l’unico legame tra questo mondo e il positivo in sé.

Solo qua il dolore è dolore.



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