Aili Destini Intrecciati by Ilaria Marsilli

Aili Destini Intrecciati by Ilaria Marsilli

autore:Ilaria Marsilli
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
pubblicato: 2014-01-14T23:00:00+00:00


Capitolo 9

Non avevamo idea della direzione da prendere per tornare al castello, per cui ne scegliemmo una a caso, finché non scoprimmo, che stavamo andando esattamente nella direzione opposta.

Impiegammo tre giorni per tornare a palazzo.

La prima notte non dormimmo affatto, la passammo a camminare. Anche se era già da due giorni che non chiudevo occhio, non sarei mai riuscita ad addormentarmi, troppo sovreccitata. Parlammo per tutto il tempo. Riempii le lacune di Deam su quanto era accaduto negli ultimi giorni e gli narrai la storia del mago e della sua famiglia. Come mi aspettavo, ne rimase profondamente scosso.

Lo sommersi di domande, per accertarmi che non ci fossero falle nei suoi ricordi. Ricordava tutto. Forse anche troppo. Quando con il suo sorrisetto furbo, scese nei particolari del nostro primo bacio, parlando del sapore che avevano le mie labbra, non potei fare a meno di assumere una tonalità scarlatta.

Ci chiedemmo, se fosse stato possibile, distruggendo l'anello, sovvertire l'incantesimo fin da subito. Non trovammo una risposta. Probabilmente non lo avremmo mai saputo.

Da quello che mi aveva detto la savia, i ricordi che man mano la vera perdeva, sarebbero dovuti svanire per sempre. Ma Deam era riuscito a recuperare, non solo quell'unico frammento a cui la sua anima era rimasta aggrappata, ma tutti, anche quelli che sarebbero dovuti essere irrecuperabili. Non glielo dissi, ma pensai che a renderlo possibile, fosse stata l'intensità del suo amore per me. Un amore dove, già una volta, due cuori si erano aggrappati l'uno all'altro con talmente tanta forza, da diventare una cosa sola.

Il giorno seguente trovammo un passaggio sul carretto di un contadino che trasportava fieno. Divise delle mele con noi e io riuscii ad assopirmi un po' sul morbido tappeto, cullata dal traballante incedere del carro, con la mano di Deam intrecciata alla mia. Non ci eravamo ancora lasciati da quando eravamo scesi dalla collina.

La seconda notte dormimmo in una stalla. Puzzava, ma almeno la presenza degli animali, con i loro grossi corpi, regalava un piacevole tepore all'ambiente. Quando fece giorno riprendemmo il cammino. Nel primo pomeriggio riuscimmo a strappare un altro passaggio. Ci caricò un piccolo commerciante di vini, che trasportava una trentina di damigiane verso la città del sud. Gliele avevano commissionate dal palazzo, disse compiaciuto, per le nozze e l'incoronazione dei nuovi reali, che come sicuramente sapevamo, sarebbero avvenute da li a due giorni. Io e Deam ci guardammo, ci eravamo completamente dimenticati che quel giorno fosse così vicino.

All'imbrunire la strada che stavamo percorrendo si intersecò con una che già conoscevo. Quando vidi l'albero sotto il quale ero svenuta, esausta, dopo una notte passata a cercare Deam lungo il fiume, lui chiese al commerciante di fermarsi, perché potessimo scendere. Dopo averlo salutato, ci dirigemmo a piedi verso la roccaforte delle milizie, nella quale Deam aveva passato le notti seguenti alla nostra brutta esperienza nel bosco. Nella rocca trovammo due guardie che, riconoscendo Deam, ci fecero subito entrare. Passammo lì l'ultima notte. Il giorno seguente avuti dei destrieri in prestito dai cavalieri, cavalcammo fino al tramonto per raggiungere il castello.



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