Alberto Cavaglion by Decontaminare le memorie. Luoghi libri sogni (2021)

autore:Decontaminare le memorie. Luoghi, libri, sogni (2021)
Format: epub
ISBN: 9788867833290

Bibliotecari della Memoria

La notte, a Roma, par di sentire ruggire leoni. Un mormorio indistinto è il respiro della città, fra le sue cupole nere e i colli lontani, nell’ombra qua e là scintillante; e a tratti un rumore roco di sirene, come se il mare fosse vicino, e dal porto partissero navi per chissà quali orizzonti. E poi quel suono, insieme vago e selvatico, crudele ma non privo di una strana dolcezza, il ruggito dei leoni, nel deserto notturno delle case.

Così comincia il romanzo L’Orologio di Carlo Levi pubblicato nel 1950, altro libro uscito nei primi anni di ricostruzione del Paese. Altro libro che dovrebbe consigliare il Bibliotecario della Memoria dei paesaggi, utile per guardare con occhi diversi alla stagione del “ciononostante”. Si racconta la fine del governo resistenziale di Ferruccio Parri, l’inizio della crisi dei partiti liberale e azionista, l’avvento al potere di Alcide De Gasperi e della Democrazia cristiana, ma soprattutto si parla di Roma e delle sue piazze e delle sue strade dopo la fine dell’occupazione tedesca. Mentre nel Cristo si è fermato a Eboli il paesaggio agrario della Lucania si rivelava un mondo fuori del tempo e della storia, nell’Orologio, fin dal titolo la dimensione del tempo è quella consigliabile a chi deve fare i conti con un’errata percezione del divenire: il tempo sembra interrompersi, la fine della guerra restituisce una grande città come Roma alla selvatichezza della natura annullando un paio di millenni di storia. Il libro di Carlo Levi trasferisce il discorso che abbiamo fatto finora dai luoghi agresti al contesto urbano.

Nei miei primi viaggi a Roma, bambino o poco più, attraversavo i vicoli del ghetto, le piccole piazze adiacenti il Portico d’Ottavio senza rendermi conto di quanto fosse accaduto, delle donne e dei bambini strappati dalle loro case, degli arresti di massa. Nemmeno ero consapevole dell’ombra cupa della lunga, estenuante trattativa con i tedeschi, della successiva razzia del 16 ottobre 1943, pagina di storia che ancora oggi attrae e respinge l’osservatore esterno: la bellezza del luogo, la luce del sole al tramonto che si riverbera sulle cupole e sulle finestre dei palazzi vaticani e sui colli, tutto questo splendore rende surreale il ruggito del leone nel deserto notturno delle case alle prime ore del giorno.

Non avevo ancora letto L’Orologio e nemmeno la cronaca 16 ottobre 1943 di Giacomo Debenedetti, dove si ricostruisce l’episodio più tragico della Shoah in Italia, il ruggito più spaventoso del leone. La data che avremmo dovuto scegliere come Giorno della Memoria non doveva essere il 27 gennaio, ma il 16 ottobre. Anche questo è stato un errore di non piccola misura.

Ricordo invece un mio più lungo soggiorno a Roma nel 1974: avevo diciotto anni, avevo appena terminato di leggere il romanzo di Elsa Morante, La storia, e di lì ero risalito alla cronaca di Debenedetti. L’effetto che quelle letture esercitarono su di me continua a manifestarsi oggi, quando passo per quei vicoli. Non sono diverse le sensazioni che provo passando sotto la torre della Ghirlandina a Modena: quando mi

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