Alla cieca by Claudio Magris

Alla cieca by Claudio Magris

autore:Claudio Magris [Magris, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Garzanti
pubblicato: 2015-03-11T23:00:00+00:00


39.

Le piace? Guardi che viso - bellissimo e generico, dice la didascalia, come dev'essere la bellezza, depurata di ogni scoria accidentale e particolare, di ogni dolorosa espressività individuale. Potessi cancellarle anche dal mio viso, come le piallo e spiano via dal volto di questa polena, le rughe incise dal mio cuore, mie e solo maledettamente mie. Una buona idea, dottore, questa di farci lavorare, di non lasciarci immalinconire, le mani in mano; a ognuno il suo compito, la sua specialità. Ergoterapia, Arbeit macht frei, conosco la cura. Non mi lamento, perché mi diverto a scolpire e a intagliare queste donne di legno. Non avrei neanche bisogno, a dire il vero, di quei bei cataloghi illustrati che mi date per copiare le figure. Non sono un novizio, mi guadagnavo due soldi anche fabbricando o aggiustando un paio di polene per qualche nave che arrivava a Hobart Town con la prua e la figura di prua scalcagnate. Anche per questo non mi dispiace avere fra le mani quei seni di legno, piallarli finché diventano lisci ed è un gusto accarezzarli, oh niente sconcezze, per carità, è che mi ricordano quei lavoretti di allora, ho tentato anche di modellare quelle labbra imbronciate di Norah, avide e imperiose fino all'ultimo, ma...

Ho capito che il viso di queste donne che accompagnano gli uomini sul mare dev'essere levigato, sereno, imperturbabile; guai se mostrasse passione, personalità. Del resto, chi potrebbe azzardarsi a esibire una personalità? Solo un buffone, fatto di fasulla e interscambiabile carne anziché di buon legno che non truffa - se è quercia è quercia e se è cirmolo è cirmolo, non c'è trucco, mentre la carne, specialmente quella umana, è sempre sofisticata. In ogni caso, gli uomini sospesi sugli abissi hanno già troppa furia nel cuore e chiedono serenità ossia impersonalità incolore come l'acqua.

Bella questa illustrazione, una bianca polena ignota conservata, scrivono sotto, al Museo Marittimo di Anversa. Se la si guarda di fronte ha un'espressione dolorosa, ma quando stava in prua, il luogo per cui era stata fatta, non si mostrava di fronte, bensì di profilo ai marinai e quel profilo è impassibile, generico, chiarità non offuscata da alcuna angoscia. «Solo la nobile semplicità e la serena grandezza possono sostenere la vista della Gorgone, reggere come una cariatide l'intollerabile peso del reale...» Ben detto nell'opuscolo, ma il fatto è che a noi invece casca addosso, ci schiaccia, ci spappola la testa. Guardi un po' Lei, in quelle lastre nel Suo cassetto, che poltiglia è il mio cervello.

Pensi un po' se il viso nobile e inespressivo di questa polena di Anversa potrebbe mai ridursi così, neanche Dachau non gli farebbe né caldo né freddo. Per forza; dietro e dentro non c'è niente e nessuno può fargli nulla, a questo niente, nessun pugno può stringerlo e stritolarlo, ecco perché mi piacciono tanto, queste figure di prua. Mi piace anche scolpirle e costruirle. Potessi copiarle tutte, le figure di questo catalogo, ignare di passione, di dolore, di identità, così sì che varrebbe la pena di essere immortali.



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