Alla Scoperta Del Cile Del Nord in Auto by Franco Folino

Alla Scoperta Del Cile Del Nord in Auto by Franco Folino

autore:Franco Folino [Folino, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Saggistica E Varia, Viaggi, Caraibi E America Latina, Sud America
ISBN: 9788891131119
editore: Youcanprint
pubblicato: 2014-01-27T05:00:00+00:00


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Riuscì a combinare l’affare in capo a un paio d’ore dopo un esasperante patteggiamento con un mercante e poté rimettersi in cammino all’imbrunire.

Sellò il cavallo e si slanciò al galoppo mentre la luna sorgeva enorme e rossa sulle colline gessose che lo accompagnavano a est con le loro lievi ondulazioni.

Alla sua destra le acque del Nahr Qoueik scorrevano pigre sotto la luna mentre il suo cavallo divorava la via spinto al galoppo. Dietro, nella lunga scia di polvere bianca, si lasciava ricordi e memorie, infanzia e adolescenza, la lunga pace degli studi e rincorreva davanti a sé chimere evanescenti, ombre fatue nella notte, incubi. Spronò sempre più forte finché il ritmo del galoppo eguagliò il battito convulso del suo cuore: volò sull’onda di quel palpito impazzito finché una nube oscurò il disco della luna.

L’oscurità improvvisa placò la sua furia, ed egli tirò le redini del cavallo, lo mise al passo, grondante di sudore, schiumante di bava. Si lasciò andare a terra e si abbandonò, come fuori di sé, sulla sabbia tiepida.

Il cavallo luccicava, madido nell’ombra, come una statua di bronzo vivo e la piana sterminata si estendeva a perdita d’occhio. Percorse ancora quattro tappe finché vide ergersi nella notte, alla sua sinistra, sorte d’un tratto dal nulla, le torri e le mura sgretolate di Dura Europos.

Si rialzò, prese la bestia per la cavezza e si diresse a lento passo verso l’antica fortezza legionaria. Varcò la porta passando fra gli stipiti solcati di innumerevoli graffiti e quelle parole scolpite nella pietra nella lingua perduta di Roma gli parvero echeggiare nel silenzio abissale come un coro di grida confuse, gli parvero volare nell’ombra, al suo passaggio, come uno stormo di nottole atterrite.

Avanzò lungo il cardine castrense fra i muri cadenti, le colonne mozze, gli atrii squarciati e raggiunse la porta orientale. Si trovò di fronte, sfavillante nel buio, la liquida maestà dell’Eufrate.

Si sedette sulla riva del grande fiume circondato dall’immensa rovina della fortezza romana, con davanti agli occhi l’immagine di Selznick che si torceva sul pavimento e, dietro a quella, l’immagine della fanciulla che aveva conosciuto sulla strada di Bab el Awa e che aveva rivisto per un momento in un luogo magico e profumato... come un’apparizione che subito svanisce. Non riusciva a togliersela dalla testa, non faceva che pensare a lei e quel pensiero lo feriva, gli dava un acuto senso di nostalgia, un profondo rimpianto. Gli uccelli notturni si levavano in volo dalle torri di Dura e migliaia di pipistrelli uscivano dalle cavità nascoste fra i ruderi spargendosi tra le rive del fiume e il deserto.



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