Alle Sorgenti Del Fiume by Philip José Farmer

Alle Sorgenti Del Fiume by Philip José Farmer

autore:Philip José Farmer [Farmer, Philip José]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:40:35+00:00


19

Il pranzo fu disgustoso. La “ruota della roulette” nascosta chissà dove nel doppio fondo del graal, lo sfrenato giocatore di dadi, sfornò un pasto che solo un indiano Goshute avrebbe potuto inghiottire, per di più rivomitandone un po’. Sam gettò via tutto il cibo, ma poté consolarsi con due sigari, alcune sigarette e un paio d’etti circa di un liquore sconosciuto ma delizioso. Il solo annusarlo gli faceva danzare le papille gustative.

La riunione con Giovanni e con l’intero Consiglio si protrasse per tre ore.

Dopo numerosi alterchi e un certo numero di votazioni fu deciso di sottoporre al popolo la questione di aggiungere un consigliere pro tempore. Giovanni tirò avanti per un’ora obiettando che il referendum non era necessario. Perché il Consiglio non diceva semplicemente che l’emendamento era stato approvato e basta? Sembrava che nessuna spiegazione riuscisse a chiarire questo punto nella mente di Giovanni. Non che difettasse di intelligenza, ma soltanto non era visceralmente in grado di comprendere il concetto di democrazia.

Si votò all’unanimità a favore della visita ufficiale di Firebrass nella veste di rappresentante di Hacking. Ma lo si sarebbe tenuto d’occhio con molta attenzione.

Dopo queste cose Giovanni si alzò e tenne un discorso, passando senza accorgersi dall’esperanto al franco-normanno quando era sopraffatto dall’agitazione. Riteneva, disse, che Parolando dovesse invadere Soul City prima che Soul City invadesse Parolando. L’invasione doveva aver luogo appena finito di costruire le pistole e l’anfibio corazzato, il Drago di Fuoco I.

Forse però sarebbe stato meglio mettere alla prova contro la Nuova Bretagna la tempra del ferro e delle truppe. Le sue spie, disse, erano sicure che Arturo stava progettando di attaccare entro non molto.

I due leccapiedi di Giovanni sostennero la sua proposta, ma gli altri, Sam compreso, votarono contro. Giovanni si fece rosso in volto, bestemmiò, batté il pugno sul tavolo di quercia, ma nessuno volle cambiare idea.

Dopo cena i tamburi trasmisero un messaggio di Hacking. Firebrass sarebbe arrivato l’indomani, un po’ prima di mezzogiorno.

Sam si ritirò nel proprio ufficio. Alla luce delle lampade alimentate con olio di pesce (presto sarebbe arrivata l’elettricità) lui e Van Boom, insieme a Tanya Velitsky e a John Wesley O’Brien, gli ingegneri, ebbero uno scambio di vedute riguardo al battello e tracciarono su carta qualche schizzo preliminare. La carta era ancora scarsa, ma per i disegni ne sarebbe occorso un quantitativo enorme. Van Boom disse che si sarebbe dovuto attendere finché fosse stato possibile produrre un certo tipo di plastica, su cui si poteva

“scrivere” con “penne” magnetiche ed effettuare facilmente le correzioni mediante uno smagnetizzatore. Sam replicò che era d’accordo, purché la costruzione del battello cominciasse appena terminato l’anfibio. Van Boom disse che non era d’accordo, perché c’erano già in ballo troppe cose.

Prima che la riunione si sciogliesse, Van Boom estrasse da una grossa borsa una pistola Mark I. – Adesso ne abbiamo dieci – disse. – Questa è sua, con gli omaggi degli ingegneri di Parolando. E qui ci sono venti capsule di polvere e venti proiettili di plastica. Quando dorme, può tenere tutto quanto sotto il cuscino.



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