Almandal by Ezio Albrile & Elisabetta Tortelli

autore:Ezio Albrile & Elisabetta Tortelli [Albrile, Ezio & Tortelli, Elisabetta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mimesis Edizioni
pubblicato: 2018-08-03T00:00:00+00:00

L’efficacia di tali nomi e la forza maschile li troverai nell’Arcangelico del profeta Mosé; mentre i nomi femminili nel Primo Libro di Norea.282

Gli Arconti, entità astrali, sono personaggi androgini, a partire dal loro capo Ialdabaōth, un mostruoso transessuale; l’adepto gnostico per interiorizzarli e superarli, deve conoscerne la natura e i nomi, reale strumento di cattura delle potenze stellari. Gli Arconti hanno creato l’universo come un enorme meccanismo, il cui fine è quello di assicurare la produzione e la trasformazione dei beni destinati innanzitutto al loro uso personale. Il destino di ognuno dei componenti di un universo così organizzato, a cominciare dall’uomo, è, secondo la volontà degli Arconti, ciò che oggi chiameremmo la sua programmazione, cioè il suo adattamento al ruolo spettantegli in un sistema caotico, complicato, ma coerente e all’interno del quale tutti gli ingranaggi sono ben collocati e connessi gli uni agli altri per assicurare il buon funzionamento dell’intera macchina. È ovvio che la macchina è la sfera del destino governata da pianeti e astri, l’inesorabile moto propulsivo della Heimarmenē nella ruota zodiacale. Il legame che vincola l’umanità agli Arconti ha un retaggio arcaico: nella cosmologia mesopotamica sono gli dèi ad asservire gli uomini in un fatale meccanismo utilitaristico,283 e se pensiamo che proprio la disciplina astrologica nasce a Babilonia, non si possono non collegare i due motivi.

Attorno all’epoca di Sennacherib (687 a.C.), si sarebbero fissati nella scienza astrologica mesopotamica dei «sentieri» (harrānu) percorsi dalle stelle e collegati rispettivamente agli dèi Enlil, Anu ed Ea, secondo una configurazione mitologica legata alla creazione del mondo. L’ultimo di essi comprendeva un «percorso», seguito dai Pianeti, dal Sole e dalla Luna, attraverso 15 costellazioni. Lo schema attuale delle 12 costellazioni, risalente forse al V secolo a.C., si rifarebbe a questo modello e avrebbe il suo pieno sviluppo in epoca seleucide. Il modello babilonese, armonizzato secondo i canoni della mitologia greca, è quindi alla base dello Zodiaco che oggi conosciamo.284

Quindi l’adepto gnostico, alla ricerca di una via che possa sottrarlo all’apnea del fato, troverà nei due libri astrologici un supporto rituale: potrà conoscere i veri «nomi» degli Arconti, quelli maschili leggendo l’Arcangelico e quelli femminili leggendo il Primo Libro di Norea (tšorp enbiblos ennōraias). Entrambi sono libri di magia astrale; il secondo è nominato ancora poche righe dopo, nella forma del Primo Discorso di Norea (tšorp enlogos enōraias): in esso, sottolinea il testo, il lettore attento alla propria salvezza, potrà trovare «accurate informazioni»285 sui nomi degli Arconti.

La protagonista del libro o, se vogliamo, il soggetto femminile al quale si deve la rivelazione di tali arcani celesti, è Norea, anche nominata Orea (Nōraia/Ōraia), la cui vicenda è narrata nell’Hypostasis Archonton, il trattato che precede lo Scriptum sine titulo. Il nome è di origine semitica, ma non è legato alla biblica Na‘ămāh286, come qualcuno in un primo tempo ha creduto,287 bensì a un personaggio della mitologia degli gnostici Mandei, Nhuraita e la cui etimologia è da ricercarsi nello stesso idioma mandaico (che è una variante mesopotamica dell’aramaico), cioè nhura, «luce».288 I testi mandaici inoltre dissertano

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