Amori miei e altri animali by Paolo Maurensig

Amori miei e altri animali by Paolo Maurensig

autore:Paolo Maurensig
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Biography & Autobiography, Literary
ISBN: 9788809795532
editore: Giunti
pubblicato: 2014-11-10T23:00:00+00:00


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Mucche, cavalli, cani e cacciatori.

Ho visto di recente un film sulla vita di Temple Grandin, intitolato Una donna straordinaria.

Nata con una forma grave di autismo e cresciuta nel ranch della nonna, Temple si accorse ben presto di riuscire a comunicare più facilmente con gli animali che con gli umani. Destinata, secondo i medici, a finire rinchiusa in un istituto psichiatrico, Temple riuscì invece a dominare la propria malattia e diventò ben presto un’esperta del comportamento animale, soprattutto riguardo ai bovini, inventando sistemi meccanici per alleviare sofferenze e paure, soprattutto a quei capi destinati alla macellazione.

Oggi il consumo di carne in tutto il mondo ha assunto proporzioni abnormi, migliaia di ettari di foresta pluviale amazzonica vengono distrutti per dare spazio agli allevamenti intensivi, e dietro le insegne luminose dei fast food si nasconde il dramma della macellazione, spesso inutilmente cruenta, di polli, maiali e bovini che in rinnovata forma finiscono sulle nostre tavole a deliziarci il palato. Dietro le ammiccanti pubblicità delle grandi catene di ristorazione si leva costantemente un immane grido di dolore. Basta andare su internet per rendersene conto. Eppure, quasi nessuno ci pensa, altrimenti si rovinerebbe l’appetito. Ormai siamo abituati sin da bambini a dissociare la bistecca che abbiamo nel piatto dall’animale che ce l’ha fornita a sue spese, ma credo che, per sfamarsi, pochi di noi sarebbero in grado di tirare il collo a una gallina e si limiterebbero a nutrirsi di uova sode. Come in tutte le cose, però, ci sono coloro che, addossandosi il compito di svolgere il “lavoro sporco”, ci permettono infine di sgranare gli occhi davanti a una succosa fiorentina, o a farci venire l’acquolina in bocca alla vista di una bella fetta di prosciutto, senza provare per questo il benché minimo rimorso di coscienza. Ed è naturale che sia così: quando siamo a tavola di certo non pensiamo alle migliaia di bambini che ogni giorno muoiono di fame in tutto il mondo; perché mai dovremmo preoccuparci di un maiale o di un bovino?

Qualche anno fa, durante un periodo di degenza in ospedale, ebbi per vicino di letto un piccolo allevatore. Possedeva una trentina di mucche da latte. D’estate le portava al pascolo e d’inverno le teneva chiuse nella stalla. Le conosceva tutte, una a una, e aveva dato a ciascuna un nome. Le trattava nel migliore dei modi, ed era dispiaciuto quando doveva separarsene. Di tanto in tanto, infatti, era costretto a venderne qualcuna o a macellare qualche capo per il fabbisogno familiare, ma lo faceva con le dovute cautele, badando bene a non creare sofferenze inutili all’animale. Mi raccontò che un giorno, dopo aver macellato un manzo, entrò nella stalla dimenticandosi di togliere il grembiule imbrattato di sangue, e al suo apparire tutte le mucche cominciarono improvvisamente a muggire, finché quella più vicina a lui non si accasciò a terra svenuta per la paura.

Questo può farci capire quanto gli animali siano sensibili alla morte dei propri simili, e possiamo immaginare il terrore che provano nei grandi macelli, in quell’aria satura dell’afrore



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