Amori perduti di gioventù. Il club dei filosofi dilettanti by Alexander McCall Smith

autore:Alexander McCall Smith [McCall Smith, Alexander]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Contemporary, Philosophy, Humour, Adult, Narrativa, Generica, Mystery
ISBN: 9780307379184
Google: CjhtDgAAQBAJ
Goodreads: 35015025
editore: Guanda
pubblicato: 2011-01-01T00:00:00+00:00

Cat ci mise ben più del previsto per tornare dalla consegna del prosciutto.

«Scusa» disse. «L’ho dovuta aiutare a sbrigare un paio di cose in casa, poveretta. È ingessata. Se ti spezzi il tendine d’Achille non sei in grado di fare molto.»

«Certo» concordò Isabel. «Ti senti come un burattino a cui hanno tagliato i fili.»

Cat parve trovare interessante il paragone. «Sì, è vero. Dev’essere un po’ così.»

Isabel lanciò un’occhiata a Sinclair, allontanatosi per servire un cliente che stava assaggiando un pezzetto di Camembert.

«Ho conosciuto meglio il nostro giovane amico» disse. «Mi ha detto che…»

«Bene» disse Cat. «Simpatico, vero?» Poi aggiunse una cosa che lasciò Isabel di stucco, forse persino un po’ scandalizzata. «È una tentazione ambulante.»

Isabel non era una bacchettona, ma quella battuta le sembrò fuori luogo. Così dicendo, Cat sembrava volerla invitare a partecipare a un atto di adocchiamento concupiscente, e lei di certo non intendeva farlo.

Non dobbiamo rivelare agli altri cosa desideriamo, pensò Isabel. I desideri privati dovrebbero rimanere tali: privati.

«Certo, è carino» disse lei. «Però…»

Cat la interruppe, spingendo Isabel a chiedersi se la sua reazione interiore a quel curioso commento fosse stata visibile anche dall’esterno. «Grazie di esserti presa cura di lui. Credo che se la caverà bene.»

Isabel valutò se dirle qualcosa a proposito dei coltelli e della maleducazione di Sinclair ma decise di soprassedere. Mentre riprendeva la strada di casa, ci rifletté meglio e concluse che aveva fatto la cosa giusta. Non doveva interferire nella vita di Cat; qualsiasi commento a proposito di Sinclair, per quanto a fin di bene, non sarebbe stato apprezzato, anzi, avrebbe persino potuto sortire l’effetto contrario a quello voluto. Se Cat doveva prendersi una cotta per quel giovane narciso, l’avrebbe fatto a prescindere dai consigli di Isabel. E comunque, si disse lei, probabilmente era già successo.

Ormai ne sapeva riconoscere i segnali e si accorse che stavano già manifestandosi: la suscettibilità, un’aria un po’ distratta. Cat innamorata era così. L’amore è cieco: il vecchio adagio era assolutamente esatto, come tanti proverbi di una volta, triti e ritriti. Ed era proprio il motivo per cui erano ancora così diffusi e abusati: perché avevano dimostrato a più riprese di essere veri. Si diceva che l’amore è cieco perché lo si vedeva tanto spesso offuscare il giudizio altrui – certo non il nostro – anche se, in realtà, era tutt’altro che cieco. Teneva gli occhi ben spalancati e vedeva fin troppo bene le cose che andava cercando: almeno nel caso di Cat, per cui l’aspetto esteriore, a quanto pareva, era tutto, con Bruno l’acrobata come unica eccezione. Persino lui, però, doveva aver esercitato un qualche tipo di attrazione fisica su Cat: probabilmente per via delle gambe. Un funambolo doveva avere gambe forti per riuscire a tenersi in equilibrio sulla corda, e a Cat piacevano gli uomini con le gambe muscolose. Le ritornò in mente Toby, che si era dimostrato un disastro, con quei pantaloni color fragola; ma le sue gambe non passavano inosservate, tanto è vero che Cat le aveva notate.

Le gambe maschili, pensò Isabel, mentre imboccava il vialetto che conduceva alla sua porta d’ingresso.

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