Amorosi Antonio - 2016 - Coop Connection: Nessuno tocchi il sistema. I tentacoli avvelenati di un'economia parallela by Amorosi Antonio

Amorosi Antonio - 2016 - Coop Connection: Nessuno tocchi il sistema. I tentacoli avvelenati di un'economia parallela by Amorosi Antonio

autore:Amorosi Antonio [Amorosi Antonio]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Politics & Social Sciences, Social Sciences, Criminology, Foreign Languages, Italian, Society & Social Sciences, Crime & Criminals
Amazon: B01DTE4NJM
editore: Chiarelettere
pubblicato: 2016-04-27T22:00:00+00:00


Perché l’Emilia-Romagna non è diversa

Una piccola associazione, la Primo Moroni, mi invita nel 2010 in un circolo Arci di San Pietro in Casale, 24 nell’hinterland bolognese. È l’ultimo di una lunga serie di incontri, vogliono parlare dell’infiltrazione mafiosa in Emilia. All’attivo ho l’unico testo esplicito sull’argomento, Tra la via Emilia e il clan, 25 un saggio scritto a quattro mani con Christian Abbondanza, presidente dell’osservatorio Casa della legalità e della cultura di Genova. Invitano anche l’ex magistrato Libero Mancuso, una sindacalista Cgil, il sindaco del Comune e un ex sindaco, entrambi del Pd. Chiedo al moderatore di parlare per ultimo. E così parte un’ora e mezza della sinfonia eterna, con le parole che sento da vent’anni: «Perché noi dell’Emilia siamo diversi», «Ma potrebbero arrivare» e «Ci sono stati casi isolati ma non qui», «Questa non è Napoli», fino a «Con Libera di don Ciotti raccogliamo i soldi per un trattore da mandare al Sud, dove c’è la mafia». Mancuso in verità racconta alcuni casi seguiti durante la carriera ma tutto finisce lì. Con qualche applauso. A quel punto devo parlare e mi chiedo se il trattore lo spediscono con la Union Frigo trasporti, degli ’ndranghetisti di Francesco Ventrici. Il boss che ha la villa in stucchi di lusso stile Scarface a pochi minuti dal luogo del dibattito, nel comune di Bentivoglio. Chissà se da qui hanno mai visto i fuochi pirotecnici che spara in giardino. Ma non lo dico. Mi ronza in testa il segreto di Pulcinella del loro vicino di casa. 26 Chi mi ha invitato mi ricorda come assessore al Comune di Bologna qualche anno prima. Un’esperienza durata un lampo perché dopo poco me ne sono andato. Allora inizio da lì.

«Quando sono diventato assessore, nel 2004, mi sono trovato con delle case popolari mai finite, che non riuscivamo ad assegnare. Non si capiva il motivo. Non c’erano carte e non erano i soliti ritardi burocratici a impedire l’assegnazione. Allora ho chiesto spiegazioni ai dirigenti del Comune che farfugliavano mezzi discorsi» dico guardando la gente in sala che sonnecchia. «Con quelli dell’azienda case popolari, Acer, non si capiva dove fosse il problema. Fino a che, insistendo, un dirigente mi confida che nel 2002 i lavori di ristrutturazione doveva farli la cooperativa Enea, di proprietà di Pietro Nocera, cassiere del clan Nuvoletta. Aveva vinto un appalto per 6 milioni di euro per la ristrutturazione delle case popolari di Bologna, Reggio Emilia e Modena. Pietro Nocera andava alle riunioni in Ferrari. Lo scrittore Roberto Saviano ha raccontato che disponeva anche di un aereo personale. I lavori si erano fermati. La coop Enea, cassa veloce del clan, era stata sequestrata nel 2003 dal Tribunale di Napoli, 27 con immobili e società per un ammontare di oltre 30 milioni di euro, il 5 per cento dell’impero economico dei Nuvoletta. La società napoletana era stata allontanata da Bologna per “inadempienza contrattuale”, senza altre motivazioni. Niente camorra. Niente criminalità organizzata. Neanche un accenno. Che Enea fosse una delle più grosse società di riciclaggio di denaro del Nord non fregava proprio a nessuno.



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