Amy e Isabelle by Elizabeth Strout

Amy e Isabelle by Elizabeth Strout

autore:Elizabeth Strout [Strout, Elizabeth]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2014-11-26T23:00:00+00:00


14

Così, la vita di Amy e Isabelle era completamente cambiata. Quando si parlavano, sembrava che le parole venissero spinte dall’una all’altra come pesanti blocchi di legno. Se per caso i loro occhi si incontravano (scendendo dalla macchina, o uscendo dalla sala mensa), entrambe distoglievano lo sguardo il più rapidamente possibile. Nella piccola casa dove abitavano, si passavano accanto con cautela, come se il contatto ravvicinato fosse qualcosa di estremamente pericoloso. Ma, così facendo, finivano per essere ancora più consapevoli della presenza l’una dell’altra, unite nella perversa intimità di questa vigilanza reciproca, tanto che impararono a conoscere ancora meglio il suono sommesso del loro masticare, a notare con più finezza l’odore umido del bagno appena usato, e, di notte, separate solo dalla sottile parete di compensato, sapevano anche capire dal silenzioso rigirarsi nel letto se l’altra stava dormendo o meno.

Isabelle non sapeva per quanto tempo sarebbero potute andare avanti così. Sembrava assurdo e ridicolo che dovessero cenare una di fronte all’altra ogni sera, vivere nella stessa casa, lavorare nello stesso ufficio, andare a messa insieme la domenica e sedersi allo stesso banco, così vicine, al momento di alzarsi e cantare la dossologia, da sentire ognuna l’odore del respiro dell’altra. A Isabelle era passata per la testa l’idea di mandare la figlia a vivere da sua cugina Cindy Rae, più su lungo il fiume, ma un gesto del genere avrebbe avuto bisogno di una spiegazione di fronte agli altri che Isabelle non era preparata a dare; e, cosa più importante, Isabelle non era preparata, nemmeno ora, a separarsi da sua figlia.

Insomma, non potevano liberarsi l’una dell’altra. Ognuna delle due sentiva di essere quella condannata alla sofferenza peggiore. Alle volte, anzi, ciascuna sentiva che forse la propria sofferenza era più grande di quella a cui chiunque altro fosse condannato; e quando una sera al telegiornale dissero che il cane di una fattoria aveva trovato in un campo uno dei calzettoni indossati da Debby Kay Dorne, e che quindi ora la bambina era ritenuta ufficialmente morta, Amy e Isabelle, senza guardarsi, fissando in silenzio il televisore, si concessero entrambe il lusso di pensare che la propria situazione fosse in qualche modo peggiore.

Amy pensò: Almeno, la madre di Debby le voleva bene. Almeno tutti quanti ne stanno soffrendo. Almeno quella ragazzina è morta e non sente più niente. (E tutti quanti ne stavano soffrendo).

Isabelle, che era abbastanza grande per sapere come stavano davvero le cose, per sapere che ciò che provava la madre doveva essere il dolore più grande di tutti, non poté comunque impedirsi di pensare: Almeno, quello era un amore di ragazzina. Almeno quella ragazzina non aveva mentito a sua madre per settimane e settimane di fila.

Isabelle si alzò e spense il televisore. «Io vado a dormire», disse.

Amy stiracchiò le gambe, incrociando le mani dietro la testa. «‘Notte», rispose, guardando fisso di fronte a sé.

Isabelle, sdraiata a letto nell’oscurità della notte estiva, un’oscurità che sembrava porosa e soffice, qualcosa in cui potevi quasi affondare le mani, trovò che aveva bisogno, come a volte



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