Armi & bagagli (Cut & Run) by Madeleine Urban

autore:Madeleine Urban [Roux, Madeleine Urban and Abigail]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Dreamspinner Press

Capitolo 9

IL BASSO ronzio del condizionatore era l’unico suono nella stanza dai muri isolanti. Non si sentivano bambini che piangevano o coppie che urlavano. Le luci erano spente e le tende tirate schermavano la luce del mattino, lasciando trapelare solo un debole bagliore agli angoli della stoffa spessa. Due corpi giacevano sul letto matrimoniale.

Ty gemette piano e si voltò, nascondendo la testa sotto il cuscino per sfuggire alla scarsa luce. Quando l’imbottitura premette sul gonfiore alla nuca, trasalì e tirò indietro la testa con un ansito di dolore. Improvvisamente all’erta, si sollevò sui gomiti e si guardò intorno, a un passo dal cadere nel panico, cercando di ricordare dove fosse.

Aprendo gli occhi quando sentì il letto sobbalzare, Zane si tirò appena su. “Ty, va tutto bene,” disse, sonnolento. “Siamo in albergo.”

“Cazzo,” gemette l’altro, mentre la testa gli girava fastidiosamente. Si sollevò a carponi e chiuse gli occhi, quindi iniziò a gattonare goffamente verso il bordo del letto.

Zane si alzò a sedere per guardarlo muoversi. Sperava che non cadesse dal letto e sbattesse di nuovo la testa. Il pensiero lo fece trasalire. Ma Ty riuscì a scendere senza difficoltà e barcollò in bagno, raggiungendo a malapena il water prima di vomitare con violenza.

Zane sospirò e si sfregò il viso. Era fottuto. Con il trauma cranico, non era strano che Ty desse di stomaco. Ma l’esperienza aveva insegnato a Zane che raramente la nausea ti colpiva così all’improvviso, a meno di non essere ipersensibili alle medicine. Merda. Zane gliene aveva date un sacco. Si alzò in piedi e infilò i jeans. Non sarebbe finita bene; se lo sentiva nelle ossa.

Ty era in ginocchio sulle piastrelle costose, con la testa abbassata, e respirava a fatica. Il movimento brusco, subito dopo il risveglio improvviso, gli aveva fatto ribaltare lo stomaco, e si era accorto che stava per rigettare la scarsa cena della sera prima. Accasciandosi miseramente davanti al water, però, si rese conto che doveva trattarsi di altro, non solo del semplice trauma cranico. Zane gli aveva dato qualcosa, probabilmente qualcosa per farlo dormire, così da poter uscire e fare Dio sa cosa. Il fatto che in quel momento Ty fosse lì, con la testa nel cesso, era solo la conferma. Ty non andava d’accordo con le sostanze chimiche. A volte bastava troppa Tachipirina a dargli la nausea.

Appena fu sicuro di non cadere, si alzò in piedi e strinse il lavandino, sorreggendosi mentre si spruzzava il viso con l’acqua.

Nel salotto, il viso di Zane era cupo. Avevano un sacco da fare quel giorno, compreso scoprire chi aveva cercato di ucciderli. Per la seconda volta. Decise di non aspettare e prese a vestirsi. Si infilò una maglietta. Peccato non poter iniziare la giornata in modo meno merdoso, ma in fondo la colpa era solo sua. Si allacciò la fondina e lasciò perdere le riflessioni. Era lì per lavorare, non per diventare sentimentale o lasciarsi andare; con Ty aveva già oltrepassato il confine troppe volte.

“Merdosa testa di cazzo!” gridò l’uomo dal bagno, con voce roca.

Zane sbuffò. Era più o meno quel che si aspettava di sentire.

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