Arsenio Lupin. Ladro gentiluomo by Maurice Leblanc

Arsenio Lupin. Ladro gentiluomo by Maurice Leblanc

autore:Maurice Leblanc [Leblanc, Maurice]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-05-12T12:00:00+00:00


IL SETTE DI CUORI

Una domanda, che mi è stata posta sovente, è d’obbligo: «Come ho conosciuto Arsenio Lupin?».

Nessuno dubita che io lo conosca. I particolari che ho accumulato su quest’uomo sconcertante, i fatti irrefutabili che espongo, le nuove testimonianze raccolte, l’interpretazione che io do di certi suoi atti, dei quali non si erano recepite che le manifestazioni esteriori, senza penetrarne né le ragioni segrete, né i meccanismi invisibili, tutto questo dimostra, se non un’intimità, che lo stesso modo di vivere di Lupin renderebbe impossibile, per lo meno l’esistenza di relazioni amichevoli e di confidenze continue.

Ma come l’ho conosciuto? Da cosa mi deriva il vantaggio di essere il suo biografo? Perché io e non un altro?

La risposta è facile: il caso solamente ha determinato una scelta nella quale i miei meriti non hanno alcun peso. È il caso che mi ha messo sulla sua strada. È per caso che sono stato coinvolto in una delle sue più strane e misteriose avventure, che sono stato attore di un dramma da lui inscenato perfettamente, un dramma oscuro e complesso, irto di tali peripezie che provo un certo imbarazzo nell’intraprenderne il racconto.

Il primo atto ha luogo nel corso della famosa notte dal 22 al 23 giugno, della quale si è tanto parlato. E da parte mia, diciamolo subito, attribuisco la condotta molto irregolare che tenni in quell’occasione alle condizioni d’animo molto particolari, nelle quali mi trovavo al momento del mio rientro a casa. Cenammo con amici al ristorante Cascade, e, tutta la sera, mentre fumavamo e l’orchestra tzigana suonava malinconici valzer, non parlammo d’altro che di furti e di crimini, di intrighi raccapriccianti e oscuri. Un tipo di conversazione che non ci avrebbe predisposti a un buon sonno.

I Saint-Martin se ne andarono in automobile, Jean Daspry – l’affascinante e spensierato Daspry, che doveva sei mesi più tardi venire ucciso in maniera così tragica alla frontiera del Marocco – Jean Daspry e io, dunque, ritornammo a piedi nella notte calda e scura. Quando arrivammo di fronte alla piccola residenza nella quale abitavo da più di un anno a Neuilly, sul Boulevard Maillot, egli mi chiese:

«Non avete mai paura?»

«Che idea!»

«Diavolo, quest’ala del palazzo è talmente isolata! Nessun vicino… terreni incolti… Io non sono un vile, e tuttavia…»

«Eh sì! Siete molto spiritoso voi!»

«Oh! dico questo come direi qualsiasi altra cosa. I Saint-Martin mi hanno impressionato con le loro storie di briganti.»

Dopo avermi salutato, si allontanò. Presi la chiave e aprii.

“Ecco qua! Antoine ha dimenticato di lasciarmi una candela accesa.”

Poi, d’improvviso, mi ricordai. Antoine era assente, lo avevo messo in libertà.

Improvvisamente l’ombra e il silenzio mi divennero sgradevoli. Salii fino alla mia camera, a tentoni, il più presto possibile, e subito, contrariamente alle mie abitudini, girai la chiave e spinsi il chiavistello. Poi feci luce.

La fiamma della candela mi restituì il sangue freddo. Tuttavia sentii il bisogno di estrarre il mio revolver dal fodero, un grosso revolver a lunga portata, e lo posai a fianco del letto. Questa precauzione ebbe l’effetto di rassicurarmi. Mi misi a letto e per addormentarmi presi, come ogni sera, il libro che mi aspettava sul tavolino da notte.



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