Assassinio sull'Orient Express by Agatha Christie

Assassinio sull'Orient Express by Agatha Christie

autore:Agatha Christie
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Giallo
ISBN: 9788804591382
editore: Mondadori
pubblicato: 2009-11-15T10:39:22+00:00


10. La deposizione dell'italiano.

- E adesso - disse Poirot con un lampo negli occhi - faremo felice

Monsieur Bouc ascoltando l'italiano.

Antonio Foscarelli entrò nel vagone ristorante con passo rapido. Il

suo volto era raggiante. Era un tipico volto italiano, abbronzato e

solare. Parlava il francese, con un accento che si avvertiva appena.

- Vi chiamate Antonio Foscarelli?

- Sì, monsieur.

- A quanto vedo siete naturalizzato cittadino americano.

L'uomo sogghignò. - Sì, monsieur. Per il mio lavoro è meglio.

- Siete un rappresentante delle automobili Ford?

- Sì, vedete...

Seguì una lunga esposizione. Alla fine, quello che i tre uomini non

sapevano dei metodi di vendita di Foscarelli, dei suoi viaggi, della

sua rendita e della sua opinione sugli Stati Uniti e su molti Paesi

europei sembrava una entità trascurabile. Non era un uomo al quale si

dovevano estrarre le informazioni. Scaturivano da lui. Il suo volto

splendeva di gioia mentre, con un ultimo gesto eloquente,

s'interrompeva e si asciugava la fronte con il fazzoletto.

- Vedete quindi - disse - che faccio affari in grande. Mi tengo al

passo coi tempi. So che cosa vuol dire vendere!

- Negli ultimi dieci anni siete andato avanti e indietro dagli Stati

Uniti?

- Sì, monsieur. Ah, ricordo bene il primo giorno che mi sono imbarcato

per l'America, così lontana! Mia madre, la mia sorellina...

Poirot interruppe quel fiotto di ricordi. - Durante i vostri soggiorni

negli Stati Uniti vi siete mai imbattuto nel defunto?

- Mai. Ma conosco il tipo. Oh, sì. - Fece schioccare eloquentemente le

dita. - Molto rispettabile, molto ben vestito, ma sotto sotto tutto

marcio. Con la mia esperienza direi che era un grosso mascalzone. Vi

do la mia opinione per quello che vale.

- La vostra opinione è assolutamente esatta - disse seccamente Poirot.

- Ratchett era Cassetti, il gangster.

- Che cosa vi dicevo? Ho imparato a essere molto acuto, a leggere il

volto della gente. E' necessario. Solo in America vi insegnano a

vedere come si deve.

- Vi ricordate il caso Armstrong?

- Non lo ricordo bene. Si trattava del rapimento di una bambina, mi

pare.

- Sì, una tragedia.

L'italiano parve il primo a non concordare su questo punto. - Be',

sono cose che capitano in una grande civiltà come l'America... - disse

filosoficamente.

Poirot lo interruppe. - Avete mai incontrato qualche membro della

famiglia Armstrong?

- No, credo di no. E' difficile a dirsi. Vi darò alcune cifre. Solo

l'anno scorso ho venduto...

- Vi prego, monsieur, restate in argomento.

Le mani dell'italiano si aprirono in un gesto di scusa. - Chiedo

venia.

- Riferitemi per cortesia i vostri movimenti esatti di ieri sera,

dalla cena in poi.

- Con piacere. Sono rimasto a lungo nel vagone ristorante. E'

divertente. Ho chiacchierato col signore americano al mio tavolo.

Vende nastri per macchine per scrivere. Poi sono tornato nel mio

scompartimento. Era vuoto. Quel miserabile John Bull che lo divide con

me era a servire il suo padrone. Alla fine ritorna: la faccia lunga

come al solito. Non vuole chiacchierare: risponde sì, o no. Una razza

ben meschina, gli inglesi, per niente comunicativa. Se ne sta seduto

in un angolo, impalato, a leggere un libro. Poi arriva il controllore

e ci prepara i letti.

- I numeri quattro e cinque - mormorò Poirot.

- Esattamente: in fondo alla carrozza. La mia è la cuccetta superiore.



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