Assassinio sull'Orient-Express by Agatha Christie

Assassinio sull'Orient-Express by Agatha Christie

autore:Agatha Christie [Christie, Agatha]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 1934-09-06T23:00:00+00:00


10. La deposizione dell’italiano

- E ora - riprese l’investigatore un po’ ironico - faremo finalmente felice l’amico Bouc, chiamando l’italiano. Antonio Foscarelli entrò nel vagone-ristorante con una quieta e guardinga andatura felina. Era di schietto tipo latino, abbronzato e comunicativo. Parlava bene il francese.

- Lei si chiama Antonio Foscarelli? - Cominciò Poirot.

- Oui, Monsieur.

- E, a quanto vedo dal passaporto, è naturalizzato cittadino degli Stati Uniti.

L’italiano accennò un sorriso.

- Oui, Monsieur. Questo facilita i miei affari.

- Viaggia per conto della Ford?

- Precisamente. Vede...

Seguì poi una particolareggiata esposizione riguardo al genere dei suoi affari. Terminato che ebbe, i tre uomini seduti al tavolino erano del tutto al corrente dei suoi viaggi e dei suoi affari. Non era quello l’uomo al quale bisognava tirar di bocca le parole con le tenaglie: la sua bonaria faccia da fanciullone raggiava soddisfatta, mentre, con un ultimo gesto eloquente, asciugandosi cioè la fronte col fazzoletto, chiuse la bocca e tacque.

- Benissimo. Dunque lei è rimasto negli Stati Uniti in questi ultimi dieci anni, sia pure viaggiando molto.

- Esatto.

- E durante il suo soggiorno in America ha mai avuto occasione d’incontrare l’uomo che è stato ucciso stanotte?

- Mai. Però conosco il tipo: in apparenza rispettabilissimo, molto ben vestito, ma sotto sotto... da starci alla larga! Insomma, per ciò che potrei dire in base alla mia esperienza degli uomini, ho idea che fosse un furfante; ma di quelli di grosso calibro.

- La sua opinione è giusta. Questo Ratchett si chiamava invece Cassetti, il famigerato rapitore di bambini.

- Che cosa le ho appena detto?

- Si ricorda del caso Armstrong?

- Non perfettamente... Aspetti: si trattava forse di una bambina? È così?

- Sì, un fatto veramente tragico.

Di tutti gli interrogati, l’italiano pareva essere il primo a non mostrarsi troppo indignato.

- Mah! - Commentò laconicamente. - Cose che possono capitare in un Paese moderno e progredito qual è l’America.

- Ha mai avuto occasione di conoscere qualcuno della famiglia Armstrong?

- Non credo; ma è difficile rispondere con esattezza a una simile domanda; data la mia professione, vedo un’infinità di gente, io.

- Mi dica, per favore, che cosa esattamente ha fatto, ieri sera dall’ora di cena in poi.

- Subito. Sono rimasto nel vagone-ristorante il più a lungo possibile: è il locale più divertente... diciamo. Parlavo con un signore americano che era al mio stesso tavolo, e che vende nastri per macchine per scrivere. Poi me ne sono andato nel mio scompartimento. Era vuoto, perché quell’antipatico d’inglese che l’occupa con me, stava dal suo padrone. Finalmente è ritornato, taciturno come al solito, e si è seduto in un angolo a leggere un libro. Poi è venuto il conduttore a preparare i letti.

- Numeri quattro e cinque - mormorò Poirot.

- Esattamente: lo scompartimento qui in fondo. Io occupo la cuccetta superiore. Mi sono coricato e sono stato un po’ a fumare e a leggere. L’inglese, mi pare, aveva il mal di denti; l’ho visto tirar fuori da non so dove una fialetta piena di un certo liquido che aveva un odore molto penetrante. Poi steso nel letto, non ha fatto altro che gemere.



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