Assassin's creed. Black Flag by Oliver Bowden

Assassin's creed. Black Flag by Oliver Bowden

autore:Oliver Bowden [Bowden, Oliver]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 2014/2015
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


inclini a col aborare, contrariati di dover faticare per rifornire la nave, per

non parlare dei trattamenti che sicuramente dovevano subire dal a lingua

tagliente di Julien DuCasse. Ma erano pur sempre guardie. Studiai la

situazione. Sul ’altro lato del ’accampamento c’era un fuoco ridotto ormai

agli ultimi tizzoni. Vicino a me c’erano casse e barili e calcolando a che

distanza si trovavano dal fuoco conclusi che fossero stati sistemati

volontariamente così lontano. Infatti, quando strisciando mi avvicinai per

vedere meglio, trovai che i barili erano di polvere da sparo. Mi sfilai da

dietro la schiena la pistola che avevo riposto al sicuro perché non si

bagnasse. Naturalmente era bagnata la mia scorta di polvere, ma trovarne

di asciutta non era più un problema.

Al centro del ’accampamento c’erano tre soldati in piedi. Sentinel e,

immaginai, ma in effetti al momento intente a borbottare qualcosa che da

così lontano non potevo capire. Epiteti poco simpatici diretti a DuCasse,

probabilmente. C’erano poi altri soldati che andavano e venivano portando

nuove provviste al cumulo che si andava formando: legna da ardere,

principalmente, ciocchi e fascine, nonché secchi in cui sentivo lo sciacquio

del ’acqua presa da una pozza che c’era nel e vicinanze. Non proprio la

gustosa carne di cinghiale e l’acqua fresca di sorgente che sicuramente

aveva sperato DuCasse.

Rimasi nascosto nel ’oscurità e, con un occhio sui movimenti del a

truppa, mi avvicinai di soppiatto ai barili, praticai sul fondo di uno di essi

un foro grande abbastanza da riempirmi le mani di polvere e lasciai sfilare

sul terreno una sottile traccia mentre mi avvicinavo nascostamente il più

possibile al fuoco. Disegnai così con la polvere da sparo un semicerchio che

andava da dove mi ero raccolto in me stesso ai barili da cui l’avevo

prelevata. Dal ’altra parte del cerchio c’era il riparo dove sedeva Julien

DuCasse a bere e a sognare i grandiosi progetti di presa del mondo intero

da parte dei Templari… nonché a sferzare con parole offensive i suoi

recalcitranti soldati.

Bene. Avevo del fuoco. Avevo un filo di polvere da sparo che dal fuoco

passava nel sottobosco e arrivava ai barili. Avevo uomini in attesa di saltare

in aria e avevo Julien DuCasse in attesa della nostra resa dei conti. Ora

dovevo solo fare attenzione affinché nessuno di quei soldati indaffarati si

accorgesse del a mia miccia di fortuna prima che facessi scoppiare i barili.

Curvo su me stesso, mi avvicinai al fuoco, prelevai un tizzone e lo lanciai

sul a polvere da sparo che avevo seminato sul terreno. Al o sfrigolio che

fece e che nel a notte mi sembrò assordante mi si irrigidirono tutti i

muscoli del corpo e ringraziai il cielo che i soldati fossero così rumorosi.

Poi, mentre vedevo la polvere consumarsi al ontanandosi da me, sperai di

non aver inavvertitamente interrotto la continuità del a mia miccia; sperai

di non aver accidentalmente versato del a polvere su qualcosa di bagnato;

sperai che nessuno dei soldati tornasse proprio nel momento in cui…

E fu al ora che uno di loro lo fece. Veniva con una cesta piena di non so

cosa. Frutta forse. Ma o l’odore o lo sfrigolio lo mise in al arme e si avvicinò

ai margini del a radura a guardare per terra



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