Assassin's Creed Unity by Oliver Bowden

Assassin's Creed Unity by Oliver Bowden

autore:Oliver Bowden
La lingua: ita
Format: azw3, epub
ISBN: 9788820091927
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2014-11-17T23:00:00+00:00


14 gennaio 1789

1

SU un poggio che dominava un villaggio non lontano da Rouen, tre contadini in giustacuore di pelle, dopo aver riso e scherzato per un po’, hanno contato fino a tre e hanno issato una forca su una bassa pedana di legno.

Uno di loro ha piazzato sotto la forca uno sgabello a tre gambe, poi ha aiutato i suoi due compagni a inchiodare i puntelli di legno che servivano a fissare la base del palo e il vento ha portato i loro rintocchi ritmici fino a dove mi trovavo io, in sella al mio cavallo, uno splendido e mite castrato che avevo chiamato Scratch, in onore del nostro amato cane lupo, da tempo scomparso.

Ai piedi del poggio c’era un villaggio. Era un villaggio piccolissimo, più che altro un pugno di modeste baracche e una taverna sparse intorno al perimetro di una piazza di terra scura e fangosa, ma sempre villaggio era.

Una pioggia gelida si era rarefatta in una pioggerella insistente e altrettanto gelida, mentre si era alzato un vento feroce che ti entrava nelle ossa. Gli abitanti del villaggio che si erano riuniti nella piazza si proteggevano con scialli di lana e si stringevano i colletti in attesa dello spettacolo imminente: un’impiccagione. Cosa poteva esserci di più emozionante? Non c’era niente come una buona impiccagione per risollevare lo spirito dopo che la gelata aveva ucciso il raccolto e il padrone di casa aveva alzato la pigione e il re cercava di far approvare nuove gabelle.

Un rumore improvviso da una delle case che doveva essere la prigione ha spinto gli spettatori intirizziti a girarsi da quella parte, da dove è emerso un prete in cappello e tunica neri, che leggeva la Bibbia in un tono molto solenne. Dietro di lui è apparso un carceriere, che reggeva una corda alla quale erano legate le mani di un uomo con un cappuccio che gli nascondeva la testa, che procedeva barcollando e scivolando nel fango.

«Credo che ci sia un errore!» gridava, ma lo faceva in inglese, prima di ricordarsi di ripeterlo in francese. Al suo passaggio, c’erano tra gli abitanti del villaggio quelli che si facevano il segno della croce e quelli che lo dileggiavano. E non c’era un solo gendarme in vista. Né un giudice o un qualsiasi rappresentante della legge. A quanto sembrava era così che si faceva giustizia in provincia. E dicevano che i parigini fossero incivili.

Il condannato era ovviamente Ruddock e, guardandolo dalla cima del poggio trainato dalla corda per andare a penzolare dall’estremità di un’altra, era difficile pensare che fosse mai stato un Assassino. Per forza il Credo aveva preferito sbarazzarsi di lui.

Io ho spinto all’indietro il cappuccio della mia tunica e liberato i capelli, girandomi verso Bernard, fermo accanto a me a fissarmi con occhi adoranti.

«Ecco che arrivano, mademoiselle», ha bofonchiato. «Proprio come vi avevo promesso.»

Gli ho fatto dondolare una sacchetta a pochi centimetri dalla mano e l’ho ritratta appena lui ha cercato di afferrarla.

«Senza alcun dubbio, mademoiselle. L’uomo che si fa chiamare Monsieur Gerald Mowles. Dicono che abbia tentato di abbindolare un’anziana e che sia stato arrestato prima che la derubasse.



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