Aurora d'amore (I Romanzi Classic) by Ornella Albanese

Aurora d'amore (I Romanzi Classic) by Ornella Albanese

autore:Ornella Albanese [Albanese, Ornella]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852029202
editore: Mondadori


Epilogo

Riccardo imboccò il cancello della tenuta dei Poggio Alto a velocità sostenuta, e quando giunse in cima al viale, davanti alla facciata maestosa della villa, fece appena in tempo a vedere il portone chiudersi e la carrozza sparire dietro l’angolo, in direzione delle stalle.

Non gli rimaneva che bussare. Salì in fretta i gradini dell’ampia scalinata e colpì il legno col grande batacchio di ottone.

Aspettò un po’ prima che lo spioncino si aprisse e il viso energico del maggiordomo si accostasse incuriosito.

— Chi è a quest’ora?

— Perdonate l’orario poco opportuno, ma si tratta di una cosa molto importante. Desidero parlare con la baronessina Eugenia.

— Mi dispiace, signore, ma l’avete detto voi stesso: l’orario non è opportuno. Vi prego di tornare domani.

Riccardo strinse i denti. Aveva corso fin lì spinto dal desiderio di vederla e di parlarle; era pronto a entrare in casa a tutti i costi, superando persino la barriera di qualche servitore troppo solerte, ma non aveva immaginato di trovarsi di fronte a una porta chiusa, un ostacolo obiettivamente difficile da superare.

— Lasciate che sia la vostra padrona a dirlo. Avvertitela che Riccardo Astolfi è qui, a tarda notte, perché non può rimandare a domani quello che deve dirle.

— A me risulta che la mia padrona si sia già ritirata per la notte.

— A me risulta che sia appena scesa dalla carrozza, e adesso potrebbe essere a metà delle scale che conducono al piano superiore.

Il suo tono era stato sferzante e l’espressione del maggiordomo si fece inespressiva.

— Abbiate la cortesia di aspettare due minuti — disse. — Vedrò cosa posso fare.

Ma qualunque cosa avesse in mente di fare, non la faceva volentieri.

Lo spioncino si chiuse sul viso impaziente di Riccardo, e lui udì i passi dell’uomo allontanarsi. Chiuso lì fuori, si sentiva impotente. Non avrebbe potuto opporsi in alcun modo a quello che sarebbe tornato a dirgli.

Non stette via molto. Anzi, decisamente poco. Ecco di nuovo il rumore dei suoi passi e il cigolio dello spioncino che si riapriva. Attraverso quel varco, il maggiordomo lo scrutò.

— Ho fatto bene a chiedere alla mia padrona, così domani vi risparmierete un viaggio inutile. La baronessina ha detto che non desidera ricevervi, né questa notte né mai. Mi dispiace, signore.

Ma si capiva chiaramente che non gli dispiaceva affatto.

— Aspettate! — cercò di fermarlo Riccardo. — Le avete spiegato che...

— Perdonate, è davvero molto tardi. — E lo spioncino si richiuse ineluttabilmente con un piccolo tonfo.

Riccardo rimase immobile, furente di umiliazione, incapace di risolversi a scendere quelle scale e a tornare a Firenze.

Poi gli venne un’idea. Scese di corsa e si allontanò di qualche passo, in modo da poter inquadrare l’intera facciata della villa. Voleva vedere quali finestre si sarebbero illuminate al piano alto. Solo una, dopo un paio di minuti, e gli parve di intravedere una sagoma maschile dietro i vetri. Si spostò verso destra, seguendo il perimetro dell’edificio. E sul retro ne vide accese due, ben lontane l’una dall’altra. Si allontanò, per cercare di capire quale fosse la camera di Eugenia. Poteva essere fortunato e riuscire a scorgere qualcuno all’interno.



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