Ballata di fango e ossa by Maurizio Ferrero

Ballata di fango e ossa by Maurizio Ferrero

autore:Maurizio Ferrero [Ferrero, Maurizio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788831982146
editore: Moscabianca
pubblicato: 2019-09-21T22:00:00+00:00


Kalogera

Che Malaspina sarebbe morto presto, Kalogera se lo era immaginato dal primo momento in cui l’aveva incontrato. Forse ci avrebbe pensato lei stessa a tagliargli la gola. Il cavaliere gli piaceva, ma non era una stupida e sapeva bene con che genere di individuo aveva avuto a che fare. S’era immaginata più di una volta che, quando il Diavolo fosse crepato, avrebbe dovuto difendersi da colui che fino a quel momento era stato il suo compagno, pronto ad ammazzarla a sangue freddo pur di non spartire il bottino. Ma quei pensieri ormai non avevano più alcun valore, perché Malaspina ci aveva lasciato le penne molto prima del previsto. E una fine così di merda, per il cavaliere, Kalogera non se la sarebbe mai immaginata.

Il cadavere di Giovanni era gonfio, come se la carne e il sangue in profondità fossero ribolliti fino a renderlo una caricatura irriconoscibile di ciò che era fino a poche ore prima. Il gozzo, dove il pungiglione del mostro l’aveva ferito, aveva assunto dimensioni tali da renderlo simile a quello di un rospo deforme. Gli occhi, fuori dalle orbite, lacrimavano un siero scuro, che colava anche dagli altri orifizi mescolato al sangue. Persino sua madre avrebbe avuto difficoltà a riconoscerlo.

«Oh, porcaccio…» fu Guidobaldo il primo a rompere il silenzio. «È quella la fine che ci tocca se il mostro ci punge?»

Il silenzio di Kalogera fu una risposta sufficiente. Approfittando del momento di distrazione della donna, Don Franco fece per uscire dall’angolo in cui era stato sbattuto a forza, ma venne riacchiappato dalla presa ferrea della mercenaria.

«Oh, che modi sono questi! Per la miseria, sono un emissario del Cardine! Mi dovete portare rispetto! Vi aiuto, cerco di portare conforto al vostro amico, e voi per tutta risposta mi rubate in casa! Che pensate di…»

Kalogera lo zittì con un manrovescio. Lanciò poi un’occhiata a Guidobaldo. «Levati dalle palle. Ce incontriamo dopo». Il giovane segaligno non se lo fece ripetere e se ne uscì dalla casa del prete portandosi dietro il sacco colmo di bottiglie, facendo un gran chiasso.

«Mo’, prete, tu stai zitto. Se stai muto e fermo, io tra qualche minuto tolgo il disturbo».

Don Franco si sistemò nel suo angolo, seguendo con sguardo carico di terrore i movimenti di Kalogera. Era evidente che temesse per la sua vita, e ne aveva ben donde. Da quel che aveva visto, la mercenaria era disposta a sguainare il coltello senza farsi il minimo scrupolo.

Kalogera afferrò la sacca di Malaspina, che era rimasta ai piedi del letto, e cominciò a estrarre, un pezzo alla volta, tutto ciò che conteneva. Un astuccio di cuoio pieno di piccoli quadrelli di balestra. Una sacca contenente una trentina di lire e due dozzine di capucchie. Carne secca e lacci di cuoio. Castagne e qualche noce. Infine, una piccola borsa di tela che Kalogera aprì, vuotandone il contenuto sul pavimento. Una dozzina di ciocche di capelli tenute legate da nastri e spago si ammonticchiò ai suoi piedi. C’erano capelli rossi, biondi, castani, neri, sciolti o acconciati in piccole trecce.



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