Beautiful Losers by Leonard Cohen

Beautiful Losers by Leonard Cohen

autore:Leonard Cohen [Cohen, Leonard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: minimum fax
pubblicato: 2014-07-03T22:00:00+00:00


48.

«Let the cold wind blow, as long as you love me, East or West, I can stand the test, as long as you love me».5

Questa canzone era al settimo posto della Western Hit Parade molto, molto tempo fa. Mi sembra che fosse settima. Ci sono sei parole nel titolo. Il 6 è governato da Venere, pianeta dell’amore e della bellezza. Secondo l’astrologia irochese, il sesto giorno doveva essere dedicato alla cura della propria persona, acconciarsi i capelli, indossare abiti ornati di conchiglie, cercare avventure amorose e giochi di fortuna e lotta. «Per quale ragione non ti accontento?» In qualche punto della classifica o del cielo. Stasera è il gelido 6 di marzo. Non è primavera nella foresta canadese. Da due giorni la luna è in Ariete. Domani la luna entrerà nel Toro. Gli irochesi mi odierebbero se mi vedessero ora, perché ho la barba. Quando catturarono Jogues, il missionario nel lontano milleseicentoequalcosa, una delle torture minori (dopo avergli fatto mozzare il pollice con un guscio di mollusco da uno schiavo algonchino) era quella di lasciare che i bambini gli tirassero la barba. »Mandatemi un’immagine di Cristo senza barba», scriveva il Gesuita Garnier a un amico in Francia, dimostrando un’eccellente conoscenza delle peculiarità degli indiani. F. una volta mi raccontò di una ragazza che aveva la fortuna di possedere un pelo pubico così abbondante che, con un allenamento quotidiano della spazzola, gli aveva insegnato a scendere per quindici centimetri lungo la coscia. Proprio sotto l’ombelico si era dipinta (con l’eye liner nero) due occhi e due narici. Separando il pelo all’altezza del clitoride, lo apriva in due archi simmetrici, che davano l’impressione di essere baffi sopra due labbra rosa imbronciate, dalle quali i peli rimasti scendevano come una barba. Un gioiello finto infilato nell’ombelico a mo’ di simbolo di casta completava il quadretto comico di un indovino o mistico esotico. Nascondendosi sotto le lenzuola, con solo quella parte scoperta, divertiva F., con le versioni umoristiche di detti orientali molto popolari a quel tempo, modificando la voce da sotto le lenzuola con l’abilità di una ventriloqua. Perché non posso avere io ricordi del genere? A che cosa servono tutti i tuoi regali, F., la collezione di saponette, il dizionario fraseologico, se non posso ereditare anche i tuoi ricordi che conferirebbero un po’ di significato al tuo lascito rugginoso, proprio come le lattine di alluminio e gli incidenti automobilistici acquisiscono grande valore se piazzati nel contesto di una raffinata galleria d’arte? A che servono tutti i tuoi insegnamenti esoterici senza la tua particolare esperienza? Eri troppo esotico per me, tu e tutti gli altri maestri, con le vostre tecniche di respirazione e le discipline per arrivare al successo. Che dire di noi che abbiamo l’asma? Che dire di noi falliti? Che dire di noi che non riusciamo a cacare come si deve? Che dire di noi che non abbiamo orge o sesso smodato da cui distaccarci? Che dire di noi che ci sentiamo distrutti quando gli amici ci scopano le mogli? Che dire



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