Biblioteche in fiamme by Roberto Cattani

Biblioteche in fiamme by Roberto Cattani

autore:Roberto Cattani [Cattani, Roberto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Einaudi
pubblicato: 2021-04-06T12:00:00+00:00


La «giunca stellata» dell’ammiraglio Zheng He, la piú grande nave del mondo all’epoca (1421), in un affresco contemporaneo.

Piú o meno nella stessa epoca, nel 1421, l’ammiraglio Zheng He, comandante della piú grande flotta della storia, salpò agli ordini dell’imperatore Yongle, e avrebbe costeggiato il litorale americano del Pacifico tra il 1422 e il 1423, per poi navigare nella parte atlantica delle Americhe fino al 1428, passando per l’Australia, la Nuova Zelanda e l’Antartide. Le mappe straordinariamente dettagliate tracciate dai cartografi cinesi, e il racconto del cronista della spedizione, Fei Xin, Visioni delle meraviglie della giunca stellata, furono pubblicati in Cina nel 1436. Ma il successore di Yongle, l’imperatore Hongxi, succube dei saggi e dei cortigiani confuciani, fanatici conservatori, impose al Regno di Mezzo un ciclo rigoroso di autarchia e di chiusura a tutte le influenze dall’esterno. Fece bruciare il libro di Fei Xin e le mappe che documentavano la circumnavigazione del globo da parte della flotta di Zheng He, assieme a centinaia di altri manoscritti e carte geografiche del resto del mondo. Ma nel 2001 è stata rinvenuta a Shanghai una mappa del 1736 in carta di bambú, firmata da un copista chiamato Mo Yi Tong (lo stesso Tong la dichiara una copia fedele e indica chiaramente le aggiunte e gli adattamenti di suo pugno): una prova plausibile dell’esistenza dei mappamondi risultati dal viaggio favoloso di Zheng He.

Sempre l’imperatore Yongle (forse il piú brillante della storia della Cina) fece realizzare nel 1405 un’enciclopedia (Yongle Dadian, «Grande canone dell’era Yongle») di tutta la conoscenza della civiltà cinese. Si misero all’opera 2169 sapienti e specialisti di tutti i rami del sapere e in tre anni redassero 11 095 volumi, la seconda enciclopedia di tutti i tempi. Ne rimangono oggi poco piú di 400 volumi, il 4 per cento dell’originale.

Tornando in Occidente, dello stesso periodo è andato perduto un poema satirico di François Villon (forse la sua prima composizione), Romanza della scorreggia-del-Diavolo. Lo scrittore simbolista Marcel Schwob cercò di ricostruire in un saggio la storia e il contenuto del poema.

Leonardo da Vinci scrisse piú di 25 000 pagine – su quasi tutte le categorie dello scibile umano –, delle quali ne sopravvivono oggi meno di 5000, per di piú sparse tra vari codici (il codice Trivulziano nella Biblioteca Trivulziana di Milano, l’Arundel nel British Museum, l’Ashburnham all’Institut de France a Parigi, il Leicester a Seattle nella collezione privata di Bill Gates, che lo acquistò nel 1994 per 30,8 milioni di dollari). Nessuno dei codici è completo né è rimasto cosí come lo aveva scritto Leonardo. Uno scultore italiano alla corte di Spagna, Pompeo Leoni, grande ammiratore di Leonardo, riuscí a mettere insieme, alla fine del XVI secolo, piú di 50 volumi di opere del genio del Rinascimento. Per ragioni tuttora sconosciute e misteriose, Leoni decise di rimaneggiare in modo molto personale e indecifrabile i manoscritti leonardeschi, rimescolando e scompigliando l’ordine dei trattati e degli scritti, per poi reimpaginarli in modo arbitrario. Il codice Atlantico, per esempio, conservato nella Venerabile Biblioteca Ambrosiana di Milano,



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